Basta poco

L’associazione “I bambini delle fate” è un’organizzazione che si occupa dell’inclusione sociale di bambini e ragazzi con autismo e disabilità, attraverso una raccolta di fondi. Grazie a Franco, però, padre di Andrea, un ragazzo autistico, l’associazione non si occupa più solo di raccolte fondi, ma ha anche organizzato un progetto di alternanza scuola lavoro, durante il quale trenta ragazzi di una scuola di Bolzano hanno stretto un vero e proprio rapporto di amicizia con ragazzi autistici loro coetanei.

Dalle interviste rilasciate dai ragazzi e dalle parole di Franco si deduce che chi è affetto da tale patologia è, in realtà, perfettamente cosciente della propria condizione.

Dice lo stesso Franco:

Immagina di prendere la macchina per tornare a casa. Quando la apri, il clacson inizia a suonare e la gente ti guarda. Metti in moto la macchina, vuoi andare avanti, ma la macchina va indietro; vuoi girare a destra e lei gira a sinistra. Immagina che questa macchina sia il tuo corpo.

Avvicinarsi ad una “macchina impazzita” spaventa le persone che, anche a causa della scarsa conoscenza di questa patologia, tendono a non iniziare un rapporto con chi è affetto da tale patologia. Tuttavia i ragazzi autistici soffrono molto la mancanza di un amico e spesso le uniche persone che ricoprono questo ruolo sono i loro stessi genitori. Proprio da questo è nata l’idea per il progetto di alternanza scuola lavoro, con la speranza che tra i ragazzi della scuola e gli adolescenti autistici possa nascere un’amicizia duratura, che diventi parte delle loro vite, anche al di fuori delle ore previste dal progetto.

E, a quanto pare per alcuni ragazzi è stato proprio così. Dalle interviste, che hanno rilasciato i ragazzi della scuola che ha preso parte al progetto, infatti, si capisce che tra gli adolescenti sono nati rapporti di vera amicizia e che i ragazzi autistici hanno finalmente qualcuno con cui uscire la sera, fare una passeggiata o guardare un film. Il progetto ha avuto conseguenze positive per tutti coloro che vi hanno preso parte. Infatti, non solo i ragazzi affetti dalla sindrome hanno finalmente trovato un amico, cosa che in molti casi ha migliorato le loro condizioni, rendendoli notevolmente più aperti ad iniziare un rapporto con estranei:  l’iniziativa ha lasciato il segno anche sui ragazzi della scuola, che sono stati felici di aiutare i loro coetanei ad integrarsi e che hanno compreso, stando vicino a questi ultimi e vedendo i loro progressi giorno per giorno, il valore di aiutare qualcuno con gesti semplici, alla portata di tutti.

A volte basta poco, per fare tanto.

Nicoletta Fichera 3G

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