Fra paura e realtà

Il pericolo più grande è quello che non si conosce.
Il mio nome è Lara Russo e non ho una storia da raccontare.
Alcuni di voi mi prenderanno per pazza, perché giorni fa ho scelto di partire per Venezia, nonostante la paura generale per il coronavirus.
La prima volta, che ho sentito parlare di questo famigerato virus, ammetto che, per un istante, mi si raggelò il sangue. Poi feci delle ricerche. La situazione mi apparve meno preoccupante, rispetto a quello che i media dicevano ogni giorno, tutti i giorni, terrorizzandoci e quasi togliendoci ogni possibilità di salvezza.
Poi il virus arrivò in italia. L’aereo per Bologna sarebbe partito poco dopo, come anche il treno da lì per Venezia. Avremmo potuto non partire, restare apparentemente al sicuro a casa nostra, non correre questo rischio. Ad alcuni sembrò perfino un suicidio!
Io e la mia compagna di viaggio, però, osservammo la situazione da molti punti di vista, riflettendoci su attentamente ed arrivando ad una diversa conclusione.
Ogni giorno, finché saremo in vita, saremo circondati da pericoli spaventosi, ovunque noi andremo. L’unica opzione, per restare al sicuro, è, allora, l’astenersi dallo svolgere tutte le normali attività, che la vita richiede.
Siamo dipendenti gli uni dagli altri, non possiamo essere isolati ed autosufficienti. Siamo la nostra vita. Se decidiamo di privarci di noi stessi, cosa resta da tutelare? Finiremo per sparire, schiavi della paura; ci scorderemo di noi stessi, tornando ai primordi della civiltà, quando non eravamo ancora uomini, ma animali, istintivi, passionali, irrazionali e autodistruttivi.
Siamo riusciti a distruggere il mondo intero, con il nostro inquinamento e la nostra disattenzione verso tutto quello che ci circonda, ma ci spaventa, invece, un virus invisibile e che ci colpisce direttamente. Siamo egoisti e stupidi. Non abbiamo il controllo di tutto quello che ci accade, se non solo in minima parte, con le nostre scelte, ovviamente non prive di prudenza.
Non avevo intenzione di restare a casa, per paura di uno dei tanti ostacoli che sempre ci saranno.
Venezia era bellissima e non priva di precauzioni. Piena di maschere, la maggior parte non per protezione dal virus, ma per il Carnevale.
La quarantena in casa, fatta al rientro in Sicilia, è finita. Per il momento non sono presenti sintomi del virus. Ma sento di essere cambiata. Ho capito che la paura ci blocca e non abbiamo tempo da perdere, in questa vita troppo corta, dove c’è fin troppo da fare.
Non bisogna certo sottovalutare la situazione, che è reale e, ovviamente, non priva di rischi. La paura, invece, non è reale e non ha il diritto di bloccare una nazione intera. Spero che la prudenza, la calma e il coraggio possano trasformare questo periodo di grande paura in un’occasione per sentirci tutti più vicini, uniti dalla nostra umanità. Basterà non lasciarsi strappare anche quella.
Alla prossima storia da raccontare.

Lara Russo 4A

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