I vari scenari della buona scuola

Intervista ai rappresentanti d’istituto pt. 1

Intervista ai rappresentanti d’istituto pt. 2

Le vostre voci

Intervista ai rappresentanti delle associazioni sindacali

 

Da giorno 11 Gennaio gli studenti delle scuole di Siracusa e provincia sono scesi in piazza per manifestare contro il malfunzionamento del sistema di riscaldamento scolastico. Per la prima volta l’iniziativa è partita dal liceo O.M. Corbino, seguito dagli istituti Quintiliano, Einaudi, Gagini, Rizza, Federico II di Svevia, Insolera, Elio Vittorini di Lentini, Matteo Reali di Noto, Archimede di Rosolini e Fermi.

Secondo l’articolo 3 DPR 412/93 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, gli edifici che rientrano nella categoria E7, ovvero quelli adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili, devono raggiungere la temperatura minima di 20°C con 2°C di tolleranza (vedi art. 4 DPR 412/93).

Tuttavia, al rientro dalle vacanze natalizie, le strutture scolastiche hanno presentato una temperatura inferiore. Infatti il Comune di Siracusa, che ha un numero di gradi giorno superiore a 700, appartiene alla zona B (vedi art. 2 DPR 412/93). Per questa zona l’esercizio degli impianti termici è consentito, salvo eccezioni, dall’1 dicembre al 31 marzo per un massimo di 8 ore giornaliere (vedi art. 9 DPR 412/93).

Per ricavare più informazioni, abbiamo fatto delle domande ai rappresentanti d’istituto delle scuole coinvolte, che ci hanno riferito che il problema principale è che l’ex provincia non può concederci i soldi necessari. Il consorzio dei comuni ha un ingente debito con le scuole. Il Comune di Siracusa ha avuto l’idea di anticipare quanto necessario, ma, per vari motivi legali, ha dovuto abbandonare questa soluzione.

Inoltre abbiamo pure discusso con i rappresentanti sindacali di CGIL e CISL, che hanno affermato di avere i mezzi per provvedere alla manutenzione della scuola; purtroppo, però, il problema non è più a livello provinciale o regionale, bensì nazionale.

Nonostante l’importante problematica, non è giusto che ci venga tolto il diritto allo studio per la mancata cura delle nostre esigenze primarie: tutto ciò ci costringe a scioperare! I rappresentanti d’istituto stanno già pensando ad una soluzione del problema, da mettere in pratica nel prossimo futuro. La nostra speranza è che quello per cui stiamo lottando diventi qualcosa di concreto, poiché questo sarebbe un primo passo verso la realizzazione di una scuola dignitosa. La domanda principale è: quel che abbiamo fatto finora ha avuto concrete conseguenze?

– La redazione

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