“L’argento vivo ha sedici anni”

Le dissonanze degli archi e dei violini sono l’incipit di un urlo che ha perso il vigore dell’originaria forza per suonare come un rassegnato lamento…

È così che ha inizio Argento vivo, canzone che quest’anno ha vinto il premio della critica “Mia Martini” al Festival della canzone italiana.

Non è certo il caso di scomodare Crepet per analizzare e comprendere un testo che parla da sé!

Il vortice di sentimenti provato da un sedicenne è espresso con viva forza da Silvestri, che, abilmente, traduce i pensieri e le sensazioni dell’adolescente. Le imposizioni, che un giorno verranno forse comprese ed accettate, oggi hanno il rumore di uno schiaffo, che lascia sulla pelle tanto bruciore.

Nel testo della canzone, scuola e famiglia vengono additate, ognuna di esse con la propria colpa: saper correggere e preparare una vita.

Il mondo virtuale, nel quale si rintana l’adolescente, è unico liberatore da un mondo vampiro, con il quale sembra impossibile trovare un contatto o interagire.

E intanto il tempo scorre di lato, parallelo ad una vita che non è animata. Sarà la musica a riempire il vuoto, a consolare da una prigionia ingiusta e immeritata.

Chissà, forse Silvestri è stato troppo spietato o forse, senza tanti convenevoli, ha dato voce a ciò che non va detto, perché scomodo.

La prima e l’ultima strofa della canzone lasciano poco spazio alla speranza, eppure noi “argento vivo” crediamo nella possibilità di cambiare una società sorda e distratta, ritornando a ringraziare per ogni nostro respiro, per ogni brivido della natura

Stefano Ciranna 3D

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