Riflessioni al tempo del Corona Virus

Spesso l’uomo ha la tendenza a credere di essere invincibile, invulnerabile alle vicende spiacevoli, che irrompono nella sua vita. Molti utilizzano il termine “resilienza”, alludendo alla capacità di rialzarsi in qualsiasi circostanza, alla forza di trovare un nuovo inizio a ciò che sembra segnare la fine di qualcosa. Ognuno di noi ha un vissuto, un bagaglio di esperienze che in più occasioni vantiamo di possedere, che ci rendono persone e non semplici individui. Il comune errore, che tutti noi siamo soliti commettere, è quello di credere che niente e nessuno possa intaccare la nostra quotidianità, la stabilità, che gelosamente conserviamo e difficilmente riusciamo a sottoporre alla forza del cambiamento. Al giorno d’oggi, più che mai, la vita offre continuamente degli stimoli nuovi, delle sfide da affrontare che mettono a dura prova le nostre certezze. Ciononostante, riusciamo a trovare la forza e la prontezza ad agire, perché siamo consapevoli di avere, il più delle volte, la possibilità di scegliere o, nella peggiore delle ipotesi, di reinventarci. È proprio questo margine di libertà, per il quale in passato molti uomini hanno lottato, che ci consente di affrontare le avversità. In quest’ottica si sottovaluta la possibilità di poter essere assoggettati da qualcosa più grande di noi, che possa realmente farci percepire un vuoto senso di impotenza. Purtroppo è questa la sensazione che da settimane caratterizza le nostre giornate. Tutto improvvisamente sembra aver perso colore, la nostra vitalità appare chiaramente indebolita dalla monotonia. Ciò che un tempo dava senso alle nostre giornate sembra essere diventato, ad un tratto, un vago ricordo. I notiziari regionali ultimamente sembra non si differenzino poi così tanto tra di loro, perché mai come adesso lottiamo tutti contro un nemico comune. È strano pensare come fossimo disinteressati, quando l’emergenza Covid-19 riguardava soltanto la città di Wuhan, in Cina. In situazioni simili, i riflettori della consapevolezza individuale inconsciamente si puntano sul contesto geografico e, dunque, sulla distanza che separa una realtà depauperata da quella che comunemente ognuno di noi vive. In un così breve lasso di tempo siamo stati catapultati in un contesto, che mai avremmo pensato di poter conoscere, uno scenario fatto di incertezza, attese e costrizioni. Appartiene a queste l’obbligo di restare a casa, poiché questa è l’unica arma che al momento possediamo. La casa da sempre simboleggia un luogo sicuro, in cui si ha voglia di ritornare dopo un’intensa giornata trascorsa fuori. Da circa due settimane sembra essersi trasformata in una prigione, un luogo dal quale è quasi impossibile uscire, che ci allontana da parenti e amici, dall’intensità di un bacio e dal calore di un abbraccio.  

Arianna De Luca, V AS

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