IL MASSACRO DEL CIRCEO un incubo che ricordiamo ancora oggi

La tragedia si è consumata tra il 29 il 30 settembre del 1975 nella provincia di Latina, a San Felice Circeo. All’apparenza una giornata tranquilla che nascondeva, però, nei rintocchi del tempo, un finale drammatico. Le vittime furono due giovani amiche, Donatella Colasanti di soli 17 anni e Rosaria Lopez di 19. La vicenda ha inizio quando un pomeriggio le due ragazze, convinte di dover passare una giornata al mare, furono attirate con l’inganno da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira in una villa di proprietà della famiglia di quest’ultimo, con il pretesto di una festa.

Sarà proprio in questa villa che si consumeranno le numerose torture e violenze, a cui vengono sottoposte per ben 36 ore, tanto da provocarne la morte di una delle due, Rosaria, affogata in una vasca. Donatella invece, riuscirà ad evitare questa sorte fingendosi morta. Quest’ultima viene ritrovata nel cofano di un’auto accanto all’amica deceduta: con l’ultimo fiato in gola che le era rimasto urla, con la speranza che qualcuno le possa prestare aiuto e possa finalmente porre fine a quell’incubo durato fin troppo. Verrà, in seguito, ritrovata da una pattuglia di vigilanza, che quella sera perlustrava la zona.

Il massacro del Circeo è destinato a restare uno dei crimini più atroci del dopoguerra. Ciò che queste ragazze sono state costrette a subire è agghiacciante, eppure non tutte le notizie che si susseguiranno dopo la vicenda furono pienamente discolpanti nei loro confronti, come se volersi divertire fosse una colpa e ciò che accadde in seguito una fine che si poteva evitare, se solo fossero state più responsabili. Queste e tante altre furono le conclusioni dei titoli di giornale riguardo alla vicenda.

In quegli anni, in cui ancora si considerava la violenza solo come “un’offesa al pudore”, il caso fu oggetto di scandalo per l’opinione pubblica, ma fu proprio attraverso il racconto di Donatella e della sua sofferenza stampata in volto che si aprì una crepa nel sistema, un sistema che non tutelava la vittima, ma la morale di un pubblico spettatore.

NEL 1975 LO STUPRO ERA ANCORA CONSIDERATO UN REATO CONTRO LA MORALE; DIVENTERÀ UN REATO CONTRO LA PERSONA NEL 1996.

Nel 2021 è uscito il film del regista Stefano Mordini “la scuola cattolica”, tratto dal romanzo di Edoardo Albinati, che potete trovare su Netflix. Racconta la vita di giovani borghesi ed è incentrata proprio sulla vicenda del massacro del Circeo.

18 anni fa morì Donatella Colasanti per un tumore al seno, la vittima che diventò paladina delle donne. Le sue ultime parole furono “Battiamocci per la verità”. Che sia da esempio per tutte e tutti.

Donatella Colasanti anni dopo il massacro

Noemi Palermo V AS

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