La Spigolatrice di Sapri…è sessista?

“Spigolatrice di Sapri”

Cos’è la Spigolatrice di Sapri?

La Spigolatrice di Sapri, opera dello scultore Emanuele Stifano, inaugurata di recente nella cittadina campana alla presenza dell’ex premier Giuseppe Conte, è stata commissionata in onore di uno degli episodi più importanti del Risorgimento italiano: la fallita spedizione di Sapri. Il rivoluzionario e patriota italiano Carlo Pisacane ed altri rivoluzionari, il 28 giugno 1857, dopo aver liberato trecentoventi detenuti della prigione politica di Ponza (alcuni imprigionati per reati politici, il resto detenuti comuni), incontrarono la “resistenza” dei contadini e dell’esercito borbonico a Sapri, dove lo scontro fu sanguinoso e devastante.

A cosa è ispirata?

La spigolatrice di Sapriin origine è un componimento di Luigi Mercantini, a cui Emanuele Stifano si è inspirato. La lirica risale al 1858, appena un anno dopo il tentativo fallimentare di innescare una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie.

La sua poesia si avvale del punto di vista di una lavoratrice dei campi (la spigolatrice, il cui compito era quello di raccogliere le spighe di grano dopo la mietitura), che assiste allo sbarco dei rivoltosi e s’innamora di Pisacane, rinunciando al suo lavoro per seguire il gruppo di patrioti.

La donna segue i trecentoventi detenuti citati nell’opera, ma nulla può di fronte alla sanguinaria reazione delle truppe borboniche, supportate dai contadini di Sapri. Le ultime immagini sono dedicate all’eroismo dei combattenti patrioti (“vollero morir col ferro in mano”) e del loro leader, che la spigolatrice non riesce più a trovare tra la folla (“quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro”).

Scandalo del sessismo

Definita “uno schiaffo sessista”, la statua ha sollevato un’ondata di polemiche, incentrate sulla rappresentazione della donna, proposta con un corpo sensuale e avvolta da una veste leggerissima che ne esalta le forme; ciò non fa altro che confermare una tendenza sessista nella rappresentazione del corpo femminile.

Ai complimenti sui social (“È bellissima…è un’attrazione per i turisti”), fa da controparte una vera bufera di commenti negativi, non solo femminili. Secondo i detrattori, la statua rappresenta una versione estremamente sessualizzata della lavoratrice dei campi; inoltre le forme non corrispondono alla figura storica delle spigolatrici dell’Ottocento. Anche se tutto fosse stato un tentativo di “rimodernare” l’arte Ottocentesca, per rendere la scultura più piacevole ed artistica agli occhi di un individuo del Ventunesimo secolo, esso è riuscito ad attirare l’attenzione di molti, ma sicuramente nel modo sbagliato!

C’è, allora, chi parla di “leggerezza storica e civile”, chi la definisce “imbarazzante” e “sessista” o chi fa commenti ironici (“In effetti, appena uno la vede, pensa immediatamente alla spigolatrice di Sapri mentre vedeva trucidare 300 giovani!”).

Una delle accuse più forti arriva dall’ex senatrice Manuela Repetti, che chiede di abbattere la statua, ritraente una donna che “si mostra con un abito succinto, trasparente e con un atteggiamento provocante e lascivo, suggerendo di guardarle il bel sedere in mostra, tondo e perfetto, nel caso qualcuno non lo avesse notato”.

Claudia Scariolo 4aG

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