There is no planet B – la musica come inno al cambiamento

La lotta ai cambiamenti climatici è ormai nel pieno del suo corso, ma pochi sono i risultati fino ad ora ottenuti. Nel 2018, all’età di quindici anni, Greta Thunberg, che in pochissimo tempo è diventata l’ambientalista più famosa al mondo, ha dato vita alle sue proteste manifestando, anche non frequentando la scuola, una volta a settimana. Questi suoi atti hanno dato origine al Friday for Future, giorno durante il quale giovani di tutto il mondo scendono in piazza per far sentire la propria voce e offrire il proprio sostegno alla protesta.

Sono passati tre anni dall’inizio delle proteste della ragazza svedese, ma la sua lotta non è finita. È proprio lei ad aprire con il suo discorso la prima conferenza mondiale dei giovani sul clima organizzata a Milano: Youth4Climate. “Non c’è un pianeta B, non c’è un pianeta Bla” sono queste le parole della diciottenne, che usa il suo raffinato potere dell’uso del linguaggio come un’affilata lama, una potente arma contro l’operato o, meglio, il non operato dei leader mondiali e le loro parole urlate al vento, parole vuote e già più e più volte sentite, ma a causa delle quali siamo ancora al punto di partenza. Il clima sta cambiando e il nostro pianeta è in serie difficoltà, di sicuro trovare delle soluzioni accettabili e valide per accontentare 200 stati è un’ardua impresa, ma bisogna agire in fretta.

I leader hanno ovviamente risposto al suo discorso incitando i giovani a proporre nuove iniziative, dato che Youth4Climate era nato proprio per dare voce ai ragazzi; in realtà, le soluzioni sono già state più volte espresse e approvate, ma è compito di politici e scienziati metterle in atto. Le parole di Greta vengono così ricoperte di importanza e di verità, come prova che, ancora una volta, “non possiamo più lasciare che siano le persone al potere a decidere cosa è politicamente possibile“.

Parallelamente a Youth4Climate, musicisti e cantanti di tutto il mondo, prevalentemente della community Rockin’1000, la più grande rock band esistente, hanno preso a cuore il problema dei cambiamenti climatici, partecipando a Music4Climate, un concerto a emissioni zero per far fronte ai cambiamenti climatici. Ben 100 musicisti si sono esibiti in uno spettacolo della durata di circa due ore, reso unico

dai più iconici brani della musica rock di tutti i tempi degli Oasis, i Pink Floyd, i Queen e David Bowie, organizzato secondo la tipologia di artista: cantanti, tastieristi, batteristi, chitarristi e bassisti. Tra gli ultimi anche il famoso astronauta italiano Luca Parmitano, da sempre favorevole alla lotta per il clima e mosso da un profondo amore per la musica.

Oltre a Rockin’1000, molti altri artisti hanno preso parte al concerto per salvare il pianeta: tra questi Elton John, i Bts, Billie Eilish, i Coldplay, i Metallica, Stevie Wonder, Andrea Bocelli e i Måneskin.

La musica è, così, diventata un nuovo tipo di rivolta, un inno per il cambiamento, perché la musica non può che schierarsi a favore della terra.

Elisabetta Giacalone 3C

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