#ilCorbinorestacasa: riflessioni di Elena Urso

Erano incoscienti.
Non semplicemente spaventate, le persone.
Incoscienti, incuranti, mettiamola così…
sottovalutavano.
Non capivano ancora appieno il significato di “pandemia globale”.

E come biasimarli?
Qualcosa di simile non lo avevano mai sperimentato prima.
Come Don Abbondio scansava i problemi della vita,
scalciandoli, come semplici sassolini per la via,
anche le persone, nel 2020, affrontavano il Coronavirus
girando la testa dall’altra parte.

E per i razzisti divenne giustificato ogni insulto,
mentre a Wuhan, madri, padri, figli, nonni, morivano,
e la priorità del resto del mondo era limitarsi a bloccare i voli da e per la Cina.

Come biasimare coloro che si prendevano beffe del virus, sfidando la legge e girando per strada?
Non potevano certo sapere di avere contratto veramente
quel leggendario virus, che forse adesso si era diffuso per davvero,
quel terribile Covid-19!

E intanto anche in Europa i parenti morivano,
l’aria diventava improvvisamente pesante e dura,
e le genti correvano disperate ad accaparrarsi approvvigionamenti:
forse ora sarebbe scoppiato il finimondo, dicevano…
meglio tenere in casa qualcosa per le emergenze.

Il cuoco, che ignora il fumo finché la carne non si è bruciata:
ecco che le persone affrontano il problema solo quando ne sono afflitte!
Ma è troppo tardi!
E lacrime vengono versate,
divenendo nuovamente incoscienti, incuranti,
ma stavolta sicuri del fatto che, forse, in questa situazione ci siamo messi da soli,
mentre voltavamo lo sguardo altrove.

E come biasimarci, tutti noi?
Ma l’essere umano non è capace di biasimare se stesso,
o sarebbe troppo insicuro
e finirebbe per compiere scelte ancora più sbagliate.

   Elena Urso II C                                                                             

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