#ilCorbinorestacasa: riflessioni di Emanuela La Rosa

Ognuno di noi trascorre la propria vita sicuro che ogni giorno sarà in parte simile al precedente. Nessuno immagina che improvvisamente potrebbe capitare qualcosa, che rompa drasticamente il ritmo quotidiano. Eppure a volte capita, inaspettatamente, e ci ritroviamo a dover fare i conti con una realtà nuova, mai vissuta prima.

Questo è ciò che sta succedendo oggi, nel 2020, anno che con sè sta portando numerosi eventi che, oggettivamente, possiamo considerare alquanto particolari. Il 31 Dicembre 2019  eravamo tutti in attesa di brindare per il nuovo anno, da cui ci si aspettava, come sempre, il meglio. Ma, purtroppo, non è stato così. A Marzo, cioè attualmente, un virus, il cui nome sento notte e giorno, ha iniziato a diffondersi talmente velocemente dalla Cina nel resto del mondo da essere considerato, già dopo pochi giorni, causa di una pandemia! Perciò siamo costretti a rimanere a casa, in “quarantena”: ci hanno vietato di uscire di casa, se non strettamente necessario, al fine di prevenire il contagio del virus.

Tutti ci stiamo ritrovando a dover cambiare la nostra routine quotidiana e molti adesso vorrebbero ritornare a poter fare ciò di cui neanche un mese fa si lamentavano, compresa me. Ovviamente, penso un po’ come tutti, ero stanca di dovermi svegliare presto al mattino per prendere l’autobus, quindi, appena ho saputo che le scuole sarebbero rimaste chiuse, ammetto di aver gioito. Questo solo per quanto riguarda la prima settimana. A partire già dal lunedì successivo ho cominciato a rendermi conto di quanto grave fosse, e lo è tutt’ora, la situazione e ho pensato a tutto ciò che non avrei potuto fare nei giorni successivi. Da tempo attendevo i famosi “100 giorni”, che ogni alunno del quinto anno di liceo aspetta di poter festeggiare, e mi sono resa conto di dovervi rinunciare. Mi sono anche resa conto adesso, che quasi un mese fa ho trascorso come al solito una normale giornata scolastica, inconsapevole del fatto che sarebbe stata l’ultima. La cosa peggiore è che quella mattina non solo è stata l’ultimo giorno di scuola dell’anno, ma è stato l’ultimo, per me, da liceale vera e propria.

Io non credo che torneremo tra i banchi, purtroppo, e questa situazione mi angoscia talmente tanto, che non potrei mai trovare le parole giuste per descriverla. Consideriamo, però, anche gli aspetti positivi di questa quarantena. Se un giorno i miei figli mi chiederanno in che modo vivevo questo periodo, cosa facevo e, soprattutto, quali pensieri e preoccupazioni dominavano la mia mente, la mia risposta sarà semplice: avevo un desiderio impellente di uscire, ma finalmente avevo a disposizione il tempo che da sempre avevo desiderato durante l’inverno per guardare delle serie tv, dei film e prendermi cura di me stessa, senza avere l’ansia per le interrogazioni e i compiti del giorno dopo. Insomma, a dir la verità, io non la sto vivendo così male questa quarantena, perchè sto trovando il tempo per me e la mia famiglia, nonostante il desiderio di trascorrere pienamente l’ultimo anno di liceo sia sempre forte.

Emanuela La Rosa V CS

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