25 novembre: Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

William Shakespeare diceva:

 “Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
 per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.”

E’ così  che oggi vogliamo ricordare un’importantissima data: la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nasce tutto il 25 novembre del 1960, quando le tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal furono fermate e picchiate con bastoni e di seguito buttate in un burrone, mentre andavano in carcere dai loro mariti per fargli una visita, dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo nella Repubblica Dominicana. Si cercò di far passare tutto per un incidente, ma fortunatamente si capì subito cosa fosse realmente successo. Il 25 novembre del 1981 avvenne il primo «Incontro Internazionale Femminista delle donne latinoamericane e caraibiche» e il 17 dicembre del 1999 venne istituita ufficialmente questa giornata mondiale, grazie alla risoluzione numero 53/134. Da quel momento il 25 novembre rimarrà impresso nelle vite di tutte le donne e di tutti gli umani. Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3. I dati Istat ci dicono che in Italia il 31,5% delle donne ha subito, nel corso della propria vita, una forma di violenza sia fisica che sessuale. Inoltre il lockdown ha peggiorato queste situazioni: lo dimostra  il numero delle chiamate al 1522 per denunciare violenze domestiche, che, da 6956, è passato a 15280. Ricordiamo sempre che, in caso di violenza domestica,

  1. si può contattare il 1522: numero gratuito di pubblica utilità antiviolenza e stalking;
  2. si può scaricare l’app YUPOL, attraverso la quale è possibile segnalare i reati di violenza domestica;
  3. in ogni situazione di pericolo si possono contattare i numeri delle Forze dell’Ordine 112, 113 e anche il 118;
  4. se si dovesse accedere in Pronto Soccorso, oltre al Codice Rosa, saranno attivati i percorsi legati alla tua situazione clinica.

A ricordarci l’esistenza di questa giornata ci sono anche i social.

Ci dicono sempre “essere donna è bellissimo” e noi ci crediamo, perché è vero. Ma non lo sanno in Afghanistan, dove almeno l’80%, se non di più, delle donne si sposa con matrimoni forzati, non voluti. Si registra che il 95% dei suicidi, in questo paese, riguardi proprio le donne: almeno 120 di queste si sono date fuoco, dopo le ripetute violenze o i matrimoni forzati. Non lo sanno in Congo, dove 44 bambine tra i 2 e gli 11 anni sono state prelevate di notte, condotte nella foresta e poi violentate da uomini armati. Per una credenza popolare, facendo così avrebbero ottenuto successi e gloria. Qui nel 2015 sono stati registrati 15 mila casi di violenze sessuali. In Congo le donne, quando sanno di essere incinte, sperano con tutto il cuore che sia un maschio, perché non riuscirebbero mai a sopportare di avere sempre paura che la propria figlia venga abusata e sfruttata. Non lo sanno nella Costa d’Avorio, in Kenya, in Nuova Guinea, dove le bambine di 10 anni, fatte sposare con uomini di 30 anni, dopo la prima notte di nozze muoiono dissanguate. Altre, invece, subiscono stupri di gruppo, perché si oppongono ai loro “doveri di mogli”. Altre ancora si ribellano e vengono rimesse in riga con un tizzone ardente infilato tra le gambe, botte e con la privazione di acqua e cibo. È una realtà di cui non si parla mai, se non un giorno: questo! E allora facciamolo veramente e bene. Parliamone, ma tutti i giorni per queste donne che non hanno il diritto di sentirsi tali. Denunciamo le violenze che subiamo o che subiscono altre donne.

Essere donna è bellissimo: non bisogna mai vergognarsene.

Aranya Amenta 4E

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