Gabriel, vita di un missionario

Durante un evento organizzato presso il Santuario della Madonna delle Lacrime, ho assistito alla testimonianza di un giovane missionario brasiliano, che ho avuto il piacere di intervistare.

Chi sei?

Sono Gabriel, ho trent’anni e vengo dal Brasile, dove facevo l’avvocato e l’insegnante. Sono in Italia da tre anni e sono missionario dei Fratelli Maristi.

Cosa ti ha spinto a fare l’avvocato?

Mi sono sempre piaciute le tematiche inerenti i diritti umani e i diritti internazionali. Sono laureato in Scienze Politiche, e, grazie ai miei studi, ho scoperto il mondo dei diritti umani e dei diritti nazionali; così ho iniziato gli studi di Giurisprudenza per completare la mia formazione, che non era mirata alla professione di avvocato, ma rispondeva alla mia passione per i diritti umani.

Cosa consigli a chi vuole intraprendere la professione di avvocato?

Io non mi rivolgo solo a chi vuole fare l’avvocato, ma anche a chi vuole fare qualsiasi professione. Posso affermare che, al di là della laurea, se si lavora col cuore, si fa molto di più, anche se non si è il migliore, tecnicamente parlando.

Vivi qui momentaneamente?

Sì, vivo qui da tre anni ormai e questo dicembre tornerò in Brasile; inoltre ho vinto una borsa di studio per fare un master negli Stati Uniti, per continuare a studiare per la mia carriera accademica.

Mentre eri via avrai saputo che c’è stato un incendio nella Foresta Amazzonica. Come hai preso la notizia?

Purtroppo il nuovo governo del Brasile è molto conservatore e ha un elenco di priorità molto ridotto. Il programma del nostro governo si basa sulle tre B: la Bibbia, che rappresenta la gente che ha principi estremamente conservatori, la Balla, ovvero il proiettile, che rappresenta i militari brasiliani, e i Buoi, ossia le grandi fattorie e i grandi agricoltori. Bisogna sapere che il limite delle nostre fattorie è la Foresta e, quindi, per costruirne di più grandi bisogna distruggere la foresta. Con un governo che fa finta di non vedere è più facile per i contadini allargare i loro confini: non a caso questi incendi si sono verificati proprio alla frontiera tra la fine della zona agricola e la parte iniziale della “zona protetta”. Invece, personalmente ho preso questa notizia molto male. C’è, però, una cosa che mi ha sorpreso e meravigliato positivamente. Gli scienziati hanno trovato un albero di sessanta metri di altezza, che non è stato bruciato: lo hanno esaminato e si sono resi conto di aver scoperto una nuova specie! Immaginiamoci, perciò, quante specie di animali e piante, ancora sconosciuti, si possono trovare in quella foresta!

Com’è stato il tuo viaggio?

Molto tranquillo, sono arrivato a Roma in aereo e poi sono arrivato fin qui, in Sicilia, dopo 12 ore di treno. Questo viaggio per me non è stato pesante, anche perché ho viaggiato in cuccetta. Del viaggio mi sono piaciuti molto i paesaggi che ho visto.

Cosa ti manca di più del Brasile?

Mi mancano tanto le persone, gli amici e la famiglia: è difficile stare da solo e perdersi avvenimenti importanti, come la nascita dei cugini o festività come il Natale. Mi manca anche la musica ed il cibo. Ho notato che qui in Italia mangiate pasta ogni giorno. La prima volta che sono tornato in Brasile dall’Italia, quando mia madre mi ha chiesto cosa volessi mangiare, io le ho risposto che non volevo ne’ pasta ne’pizza. lo adoro il cibo italiano, ma…nelle giuste quantità!!

Facendo il missionario, consideri la tua vita “ricominciata” o semplicemente “modificata”?

Dal mio punto di vista vivere è come andare in bicicletta: se ti fermi, perdi l’equilibrio e cadi; perciò, per evitare che succeda, devi continuare a pedalare senza fermarti. Ma la vita è anche una spirale: torni sempre allo stesso punto, ma in un momento diverso. Quindi, se adesso tornassi in Brasile, non tornerei lo stesso di prima: tornerei cambiato, perché le persone, con cui mi sono relazionato e i problemi che ho affrontato e superato, mi hanno fatto crescere. Magari tornando a casa troverei la stessa casa, la stessa camera, stesse persone, ma io sarei cambiato: perciò ai miei occhi sarebbe tutto diverso.

Claudia Scariolo 2^G

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