Prevenzione ai vaccini

Nel passato la popolazione mondiale era decimata dalle continue epidemie causate da virus mortali per i quali non esistevano rimedi o forme di prevenzione. L’uomo, capace di difendersi solo da ciò che vedeva, continuava a morire a causa di virus invisibili.

Alla fine del ‘700 in Europa una persona su sei moriva di vaiolo. In particolare in Inghilterra il numero di decessi raggiungeva i 40.000 l’anno. Proprio per questo motivo a Londra fu aperto un ospedale nel quale avveniva la pratica della vaiolizzazione, inefficace e mortale per coloro che ne erano sottoposti in quanto veniva utilizzato lo small pox, una specie di vaccino che prevedeva la somministrazione di virus di altri esseri umani. I primi sviluppi si ebbero solo grazie a Edward Jenner Berkeley(1749-1823) che nel 1801 notò delle differenze tra il vaiolo contratto dai mungitori di vacche e quello dei vaiolizzati con small pox. Ciò lo portò a condurre delle vaccinazioni ad alcuni soggetti (tra cui al figlio) con questo secondo tipo di vaiolo denominato cow pox che risultava efficace e permetteva la guarigione dell’individuo.

Fu così che venne introdotta la vaccinazione da cow pox e in dieci anni i casi di vaiolo si ridussero da 18.596 a 182. Il suo metodo venne definito “inoculazione Jenneriana”, che portò al termine della diffusione dell’epidemia di vaiolo e, già a partire dagli anni ’80, le vaccinazioni sono terminate. L’uomo non era più senza difese da questa malattia.

Oggi la maggior parte delle malattie mortali, causate da virus, è scomparsa per merito delle vaccinazioni, a cui i cittadini sono sottoposti sin dall’infanzia. Difatti sono parecchi quelli obbligatori, ma ancora molti non lo sono e le malattie, silenziosamente, sempre presenti, rischiano di tornare. Tale preoccupazione è nata anche dalla diffusione dell’idea secondo cui i vaccini portino all’autismo, tesi ormai smentita in quanto, nonostante si sappia ben poco di questa patologia di origine genetica, comunque non è collegabile in alcun modo ai vaccini. Molti sono però i no-vax che nonostante ciò continuano a sostenere questa insensata teoria e che con le loro scelte mettono a repentaglio la vita dei propri figli e di chi gli sta intorno, specialmente gli immunodepressi, che non hanno la possibilità di vaccinarsi per anomalie genetiche o per malattie di diverso tipo che impediscono la loro vaccinazione. Non si teme più il virus che non si vede, ma il virus vivo, attenuato, che viene inoculato…

In poche parole i vaccini hanno rivoluzionato la storia degli esseri umani, ma non bisogna mai sottovalutare i virus, solo nel 2016 in Europa si contano 3000 casi di morbillo, di cui 728 in Italia, e, persino, 3 decessi causati da questa malattia nel 2017. I virus erano qui ieri, sono qui oggi, e resteranno qui domani. Tutto quello che possiamo fare è prevenirli e vaccinarci, senza trascurare tali rischi.

Si ringrazia la gentile partecipazione della Dottoressa Teresa Lo Presti

Lara Russo 3A Alessandro Zirone 3G

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