Critica Aperta

Non mi sono mai piaciute le critiche troppo velate, nè dovermi esprimere con messaggi subliminali, anche perché per capirli ci vuole una lettura attenta dei contenuti; e poichè è proprio la svogliatezza che voglio criticare, preannuncio che quella che leggerete sarà una critica apertamente rivolta alla mia stessa generazione, quel “mare di persone” tutte diverse, ma tutte uguali, accomunate dalla stessa età e dai problemi tipici di tutti gli adolescenti.
Non avete idea di quanto spesso io senta la mia generazione criticata dagli adulti o di quante volte io venga corretta dagli stessi, a causa del comportamento della generazione di cui faccio parte.

Penso, però, che il concetto di base sia proprio sbagliato! Infatti è normale che io, in quanto membro della generazione Z, mi senta in diritto di commentare e criticare, proprio perché ho un punto di vista interno. É come quando, in un condominio, l’amministratore vive da un’altra parte: quando si devono discutere questioni pratiche, che potrebbero peggiorare la vita dei condomini, è improbabile che egli riesca bene a immedesimarsi nel disagio, agevolandone la soluzione. Questo non vuol dire che l’amministratore non sappia fare il suo lavoro, ma sicuramente non vive il problema come chi ne è direttamente coinvolto. Allo stesso modo, è oggettivamente sbagliato criticare qualcosa di cui non si fa parte, soprattutto se non si critica in maniera propositiva (il che presupporrebbe consigli o qualche sorta di aiuto per migliorare), ma si insulta soltanto, facendo di tutta l’erba un fascio, senza un fine pratico, se non quello di farci credere di essere senza futuro!
Ammetto di aver sempre sperato tanto in noi…come avrei potuto non farlo?? Non tutti passiamo ore davanti al telefono e non tutti giochiamo costantemente ai videogiochi, come nemmeno tutti leggiamo o studiamo incessantemente. Siamo un passo avanti a tutte le generazioni precedenti…e allora cosa ci manca? Perché continuano a non investire risorse su di noi e sulla nostra istruzione? E perché dicono che siamo “persi”?
Forse, la risposta a questa domanda l’ho trovata poco tempo fa, mentre pensavo sotto la
doccia (perché è effettivamente uno dei pochi momenti che mi posso concedere per me
stessa!): pensavo che niente mi stimola più. Non so quale sia la mia materia preferita, non so cosa mi piaccia e cosa mi piacerebbe fare fino alla fine dei miei giorni. Ho pensato che ero davvero un’ottima studentessa alle elementari (modestamente, la preferita della maestra) e quando mi sono chiesta perché, la risposta era vivida e veniva proprio dalla mia maestra del tempo: “Giulia è davvero curiosa: è questa la cosa che la rende così propensa ad imparare”. Ecco. Lo avevo capito. È questo il motivo per cui la nostra generazione è così piatta. Non siamo curiosi e, ancora peggio, non abbiamo voglia di imparare e conoscere, di andare a fondo e scavare e scavare e prendere e stringere il cuore delle cose! È tutto a portata di un click (ed è qui che, purtroppo, devo concordare con i boomers)!
È stato provato che per il nostro cervello, paradossalmente, è un milione di volte più
stimolante aggiornare all’infinito la home page di Instagram, che investire del tempo ad
approfondire un concetto di attualità o perdere 5 minuti a guardare il telegiornale. Se ci si pensa, volersi sfogare non è sbagliato e, anzi, fa bene staccare la spina qualche volta. Il
problema sta nel ritrovarsi a passare infinite ore a non fare niente di produttivo (perchè,
oggettivamente, guardare Instagram o Tiktok è molto meno utile che guardare un film, leggere un articolo o disegnare). Questa critica, comunque, arriva da una che ha capito il problema solo quando ha cercato di staccarsene, ma che non ci è riuscita, perché il social network, come compito insito, ha la funzione di tenerti interessato il maggior tempo possibile e il tuo cervello, attratto da cose tanto interessanti quanto fugaci e frivole, è catturato dall’idea di lasciarsi ammaliare per un po’ di tempo.
Forse è proprio per questo motivo che siamo vulnerabili al giudizio degli adulti. Viviamo una realtà canalizzata e limitata e capita che non guardiamo al di là del nostro naso!
Se sei riuscito a seguirmi fin qui…complimenti, non pensavo sarebbe successo.
Comunque, il punto della mia critica è questo: ci stiamo facendo avvolgere da qualcosa
molto più grande di noi e stiamo perdendo troppo in fretta quella tenerissima e purissima capacità di stupirci e, al contempo, quel fuoco che ci spinge avanti.
Stiamo camminando per inerzia!
La richiesta che faccio adesso a ognuno di voi è semplice: prenditi 10 minuti per te, ascoltati e vedi cosa hai da dire a te stesso! Scava, cerca, vai a fondo. Ti giuro che ne vale la pena!
P.S. Se lo facessimo tutti, saremmo così motivati che gli adulti non avrebbero proprio nulla da contestarci!

Giulia Martorano 4ªB

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