Lettera a Seneca

Caro Seneca, sono un ragazzo di nome Emanuele che proviene dall’evo futuro. Non so come te la stai passando alla corte di Nerone. Spero solo che il princeps non si sia irritato con i tuoi discorsi filosofici sul raggiungimento della virtus: lo sappiamo tutti che tipo è l’imperatore! Tu di certo starai provando a sconfiggere in lui l’IRRAZIONALITA’-VIRUS…Se lo vuoi sapere, noi nel 2020 siamo, invece, alle prese con il…CORONA-VIRUS!

Mi viene arduo spiegarti in che cosa consista scientificamente, ma sappi che può arrecare gravi danni alla salute delle persone. Posso comunque assicurarti che giornalmente avvengono sempre più contagi di IRRAZIONALITA’-VIRUS che di CORONA-VIRUS! Sembra proprio che, nel mondo, non ci sia più posto per la saggezza da te predicata! Ah, se avessimo un consigliere politico come te al governo! Magari con le tue sententiae potresti illuminare le menti dei nostri governanti, che, in occasione di una pandemia globale, hanno affidato tutto nelle mani del “buon senso” delle persone. E guarda dove siamo finiti di nuovo … TUTTI CHIUSI A CASA! (Fidati, non è la stessa cosa del retirum contemplativo…).

Relegato tra le mura domestiche, dunque, non mi è rimasta altra scelta che quella di dedicarmi alla filosofia e allo studio delle tue opere. Ti faccio i miei complimenti per la stesura del De brevitate vitae: quest’opera è letteralmente un capolavoro!!! Non solo dal punto di vista stilistico (non se ne può più della concinnitas di Cicerone!), ma soprattutto dal punto di vista tematico.

La tua teoria sul tempo mi ha trasecolato e mi ha reso gongolante di gioia. È incredibile come le lamentele dell’uomo, di cui tu parli nel 49 d.C., siano le stesse oggi, a 2000 anni di distanza.!

 Ciò che asserisci nella prima pagina della tua opera, ancora oggi lo sento dire alle persone che mi circondano (anche a uomini di un certo spessore culturale): tutti si lamentano della brevità della vita e del fatto che la natura sia stata eccessivamente avara con noi umani. Nelle mie orecchie, infatti, riecheggia costantemente la frase: ”Ma quanto è breve ‘sta vita…il tempo passa troppo velocemente! Avrei voluto trascorrerlo in un altro modo!”.

Prima non facevo altro che condividere questo pensiero, ma adesso, grazie a te, ho compreso che non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus. Proprio come dici tu, non ci è stato dato un breve tempo per vivere: siamo noi amministratori incapaci di tale tempo, poiché lo spendiamo in nefandezze, dissolutezze e occupazioni futili.

Dovresti venire a vedere qua, nel XXI secolo, come la maggior parte delle persone spende il tempo della propria vita. Sono tutti di fronte a … (un attimo, come te lo posso spiegare?) uno schermo composto da una specie di vitrum e crystalli vari. Insomma, un oggetto speciale, da noi chiamato smartphone (o semplicemente telefono) che ti porta in un’altra dimensione e ti fa trascendere la realtà (attenzione, però: con questo oggetto non si va nell’iperuranio di Platone!).

Poiché sarai giustamente confuso, provo a spiegarti meglio.

Le persone del XXI secolo, grazie a questo smartphone,sono immerse in una realtà virtuale all’interno della quale potere cercare informazioni e mettersi in contatto con amici e familiari da qualsiasi parte del mondo. (Ciò è possibile grazie a piattaforme di incontro che, per tua conoscenza, chiamiamo social media).

Questi social media potrebbero sembrarti un qualcosa di straordinario e,  da un certo punto di vista, lo sono: tu, per esempio, per scrivere la consolatio a tua madre Elvia, avrai impiegato non so quanto tempo. Se fossi esistito ora, invece,  avresti inviato un’email in un millisecondo e la povera Elvia si sarebbe rassicurata prima.

Ma ritorniamo al discorso. Il problema di queste piattaforme è che alienano le persone e fanno spendere loro il tempo in occupazioni futili, come per esempio postare una foto e fare vedere a tutti le attività svolte durante la giornata. E dovresti vedere che attività…Vedresti persone nullafacenti che guadagnano denaro, mostrando alla gente cosa mangiano a pranzo, dove comprano i vestiti e cosa indossano. Persone che raggiungono la “gloria”, pubblicando video dove imprecano contro Dio. Persone divenute famose per la loro ignoranza, affermando, per esempio, la non esistenza del CORONA-VIRUS!

So che questa potrebbe sembrarti una follia…e in effetti lo è!

Immagina, caro Seneca, se con questo smartphone tu potessi rendere noto a noi quello che fai: quanto scrivi, quante volte stai con Nerone, quanto mediti, quanto tempo stai con gli amici; posteresti continuamente le tue foto, ci faresti vedere i tuoi spostamenti, il tuo esilio in Corsica; saresti ossessionato da quante persone hanno visto la tua storia, da quanti hanno messo “mi piace”. Ecco come spenderesti la maggior parte del tuo tempo oggi.

Ovviamente questa è solo un’ipotesi. Tu, in quanto sapiens, sicuramente non ti lasceresti abbindolare da queste corbellerie.

Il problema, però, è che non tutti sono portati spontaneamente alla virtus. Quasi tutti, ormai, trascorrono la maggior parte del tempo di fronte agli schermi dei telefoni e si dimenticano delle cose importanti della vita, degli affetti, delle relazioni autentiche, della famiglia.

Ti supplico, vieni ad aiutarci.

Insegnaci a vivere la vita come si deve.

Insegnaci a spendere fruttuosamente il nostro tempo.

Ne abbiamo disperato bisogno. Vale.

Emanuele Capodicasa V C

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