Elizabeth Bathory: tra curiosità, realtà e leggenda (seconda parte)

Nell’articolo precedente abbiamo introdotto la figura della contessa Elizabeth Bathory e parte della sua vita, ma di lei ci sarebbe ancora molto altro da dire.
In questo secondo articolo presenterò alcune curiosità sulla sua interessante figura.

L’obiettivo, a cui aspirava la contessa, era la conquista dell’eterna giovinezza, terrorizzata quasi dall’idea di invecchiare. Trascorreva ore intere davanti allo specchio e si circondava di vecchie megere, che si fingevano streghe: queste donne condizionarono non poco la sua mente.Venne a sapere dell’esistenza di un elisir miracoloso, costituito dal sangue di vergine. I suoi servi l’aiutavano e la istigavano con ogni mezzo a compiere i suoi delitti. Ognuno aveva il proprio compito: vi era chi assumeva le ragazze, chi le torturava e infine chi le seppelliva.

Si narra che, dopo la morte del marito, conobbe una strana vecchia di nome Anna, chiamata da tutti Darvulia, che fece conoscere alla contessa i riti piu’ inconcepibili di magia nera. In seguito ella fece dei sotterranei delle vere e proprie stanze di tortura, con una grande vasca, dove poteva fare i suoi bagni di sangue. Si dice che le torture inflitte alle giovani sventurate fossero dolorosissime:dal porre monete roventi nel palmo della mano ad introdurre un ferro da stiro nella gola delle povere giovani, dall’unire le labbra con sottili e lunghi spilli a scorticarle vive.

Fin da bambina dava segni di squilibrio, passando dalla quiete a profonde crisi. Scoprì che, torturando le sue cameriere, le sue crisi diminuivano così come i suoi mal di testa. All’età di circa sei anni, fu testimone di un fatto che probabilmente la condizionò per sempre: un gruppo di zingari venne invitato nella sua casa per intrattenere la corte. Uno di essi venne condannato a morte ed ella si ritrovò a vedere l’intera l’esecuzione: dei soldati tagliarono il ventre di un cavallo legato a terra ed il condannato venne preso e infilato nel ventre, che successivamente un soldato ricucì, con il condannato al suo interno. All’età di 13 anni, un suo cugino, il principe di Transilvania, sotto i suoi occhi, fece tagliare naso e orecchie a 54 persone sospettate di aver fomentato una ribellione dei contadini.

Per passare il tempo quando il marito era lontano da casa, Elizabeth cominciò a far visita alla contessa Karla, sua zia, ed a partecipare alle orge da lei organizzate. Conobbe anche Dorothea Szentes, conosciuta come Dorka, un’esperta di magia nera che incoraggiò le sue tendenze sadiche e le insegnò i segreti e le pratiche della stregoneria.

Ecco cosa scrive in una lettera al marito: (Si pensa che si tratti di una fattura rivolta ad un nemico) «Ho appreso da Thorko una nuova deliziosa tecnica: prendi una gallina nera e la percuoti a morte con la verga bianca; ne conservi il sangue e ne spalmi un poco sul tuo nemico. Se non hai la possibilità di cospargerlo sul suo corpo, fai in modo di procurarti uno dei suoi capi di vestiario e impregnalo con il sangue

gabbia mortale

LA GABBIA MORTALE

Una sera, una ragazza di dodici anni, Dora, riuscì a fuggire dal castello.Venne, però, presa poco dopo e condotta dalla contessa, la quale la costrinse ad entrare in una gabbia stretta e bassa, che le impediva qualsiasi movimento. La gabbia venne poi sollevata da terra tramite delle carrucole e spinta contro dei paletti appuntiti: in questo modo, il corpo venne fatto a pezzi.

IL RISCHIO DI FINGERSI MALATI
Una volta le venne il sospetto che una serva si fosse finta malata. Le fece, così, infilare tra le dita dei pezzi di carta impregnati d’olio, ai quali fu poi dato fuoco. I segni della sua pazzia si palesavano sulle sue serve, castigate sempre più duramente per i loro errori.

PERCHÉ FACEVA IL BAGNO NEL SANGUE
Un giorno, dopo aver percosso una domestica, alcune gocce di sangue di questa colarono sulla mano della contessa, la quale credette, in seguito, che in quel punto della mano, dove fosse scolato il sangue, la sua pelle fosse ringiovanita. Chiese così un parere agli alchimisti, i quali, pur di compiacerla, si inventarono la leggenda secondo la quale il sangue di una giovane vergine avesse effetti eccezionali sulla pelle. La contessa finì così per convincersi che fare il bagno nel sangue di giovani vergini, in particolare della sua stessa classe sociale, o berlo, le avrebbe garantito la giovinezza eterna.

Storia vera o semplice folklore, le vicende della contessa sanguinaria hanno ispirato numerosi libri e film, desiderosi di ricostruire la sua figura, coperta sempre da quell’alone di mistero che la rende affascinante.

NOEMI PALERMO 5AS

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