Il contrabbando di fossili

Di solito quando si parla di contrabbando si pensa immediatamente ai tabacchi, alle armi, agli animali o magari alle opere d’arte. Eppure esistono altre forme di traffici clandestini inimmaginabili, che addirittura ostacolano, colpiscono e arrecano danni gravissimi al mondo della ricerca. Qualcuno di voi ha mai sentito parlare di traffico di fossili? Immagino di no. Eppure sta diventando una problematica, purtroppo, sempre più frequente.

Come ben saprete, i fossili non sono altro che residui (più o meno abbondanti) di forme di vita molto antiche e sono importantissimi per ricostruire quella che è stata la vita sulla terra milioni di anni fa. La più grande problematica causata dal contrabbando di questi ultimi  è la sottrazione dei ritrovamenti alla comunità scientifica: immaginate che un gruppo di contrabbandieri rinvenga uno scheletro completo di una nuova specie, perfettamente conservato, e, perché no, con dei tratti anatomici unici e, anziché donarlo agli studiosi competenti in materia, lo rivenda a un collezionista privato per un prezzo esorbitante. Nessun esperto verrebbe mai a conoscenza di un rinvenimento così importante e il fossile resterebbe esposto in qualche salotto, solo per il pavoneggiarsi del proprietario, senza la possibilità di essere studiato e magari essere oggetto di qualche inaspettata scoperta. 

Nonostante la grande difficoltà, soprattutto dal punto di vista legale e burocratico, molti studiosi, per fortuna, si adoperano per far fronte a questa problematica, riuscendo delle volte ad ottenere risultati strepitosi. Spesso risulta difficile dimostrare la provenienza di un fossile e ricondurlo a uno scavo che non sia legale, ma, grazie al duro lavoro, all’impegno e alla dedizione dei paleontologi, la possibilità di rallentare questo commercio illecito sta progressivamente divenendo sempre più concreta, almeno in alcune parti del mondo. Negli ultimi anni, grazie alla realizzazione di mappe, che racchiudono tutti gli scavi, e database contenenti un enorme numero di caratteristiche specifiche dei fossili della zona, un gruppo di paleontologi è riuscito a realizzare una tecnica grazie alla quale è possibile verificare se un fossile sia stato estratto dal deserto del Gobi, in Mongolia (stato in cui è illegale commerciare fossili), e, tramite le mappe, se nei dintorni dello scavo in questione ne siano stati fatti altri. 

Purtroppo, mentre si cercano le soluzioni, i trafficanti non stanno certo con le mani in mano e gli scambi illeciti continuano a verificarsi.

Io sono sicuro che, grazie al lavoro dei paleontologi PER SCELTA, persone che dedicano anima e corpo al loro lavoro, spinti soltanto da una grande passione, si metterà un freno a questa incresciosa forma di guadagno.

Facciamo tutti parte della stessa storia, e nessuno di noi “pesci ossei” ha il diritto di rendere ignoti i processi evolutivi che hanno portato a ogni forma di vita che conosciamo oggi. Ogni singolo reperto è un tassello mancante del gigantesco puzzle della vita, su questa casa che chiamiamo Terra.

Gioele Galiffi IV C

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