«Il fotografo dei ricordi» : ecco perché non dobbiamo affidarci a Instagram.

Cari lettori, oggi propongo un argomento diverso dal solito, ma spero ugualmente interessante: Instagram e l’abbandono conseguente degli album fotografici cartacei.

La consapevolezza della transitorietà umana e del cambiamento, ha indotto gli uomini a catturare quegli attimi, per loro significativi, che dovevano essere ricordati nel futuro. Il bacio con il primo grande amore giovanile, il matrimonio, il primo giorno di lavoro, la gravidanza e la nascita di un figlio: sono vicende così importanti nella vita degli uomini che, per nessuna ragione, devono essere dimenticate.

Nel 1839, anno di nascita della fotografia, le persone cominciarono a immortalare attimi indimenticabili della loro esistenza, rendendoli eterni nel tempo. La novità fu apprezzata dagli uomini che, da lì a breve, iniziarono a unire le varie fotografie, seguendo un criterio mentale preciso, creando ciò che oggi è svalutato: l’album fotografico cartaceo.

È capitato a tutti, almeno una volta, di sfogliare un album fotografico e di pensare alla sua bellezza, alla bravura del fotografo che ha portato a termine, in maniera straordinaria, un simile capolavoro. Oggi, però, a causa del progresso tecnologico, gli album fotografici sono meno presenti nella nostra quotidianità. È tuttavia possibile trovarli, quasi sicuramente, all’interno delle case dei nostri nonni.

Ora vorrei riportare le parole della mia nonna materna, Liliana, che si è dimostrata disponibile a rispondere ad alcuni interessanti quesiti riguardo la concezione fotografica della sua epoca.

“Nonna, che valore avevano le fotografie a partire dal 1960?”

– “Erano preziosissime, avevano un valore inestimabile. Guardare le vecchie fotografie mi faceva percepire le sensazioni relative al momento in cui erano state scattate”.

“A casa, hai degli album fotografici?”

– “Si, certo. Ne ho circa una ventina e li ho divisi in varie sezioni: una relativa alla laurea dei miei due figli, un’altra relativa al mio viaggio in America a vent’anni, un’altra ancora al mio matrimonio. Li custodisco gelosamente all’interno di una cesta di vimini. Nelle buste tipiche del fotografo, ci sono le restanti fotografie, che sono circa 6000”.

“Ti è mai capitato di mostrare le fotografie ai parenti più stretti?”

– “Si, certo. Spesso i miei parenti venivano a trovarmi a casa e, a volte, guardavamo le fotografie di quando eravamo più giovani. Era un bel modo di trascorrere il tempo. I nostri volti erano diversi, noi eravamo cambiati. Le fotografie attestavano questo processo di trasformazione e lo rendevano visibile”.

Oggi, i giovani non utilizzano quasi più le macchine fotografiche e gli album: la loro funzione sembra essere superata da Instagram, social network creato da Kevin Systrom e Mike Krieger nel 2010. La funzione di Instagram è semplice: le persone possono pubblicare le proprie fotografie nella “galleria virtuale”, un sistema apparentemente all’avanguardia, che dà la possibilità agli individui di avere con sé, in ogni istante e in qualsiasi luogo, i loro ricordi più belli.

Nella galleria virtuale di Instagram, ci sono le fotografie che l’utente in questione ha deciso di pubblicare e rendere visibili o ai propri followers (si tratta di un profilo privato) o all’intera community (profilo pubblico). Instagram conserva queste fotografie e l’utente, se dovesse ipoteticamente perderle sostituendo lo smartphone con un altro, potrebbe recuperarle ricordando la propria password e il nome del proprio profilo.

“È incredibile!” starete pensando.
Si, lo è, ma ha anche dei lati negativi. Gli hacker, esperti di informatica che si muovono in associazioni criminali per sottrarre informazioni importanti agli altri utenti, possono recuperare la password dell’utente ed accedere al suo profilo. Inoltre, le fotografie da lui caricate possono essere prese da account non affidabili.

L’album fotografico, invece, è un luogo sicuro in cui conservare i propri ricordi: lo tieni all’interno della tua casa e sei tu a decidere a chi mostrarne il contenuto. Le fotografie che lo compongono, d’altronde, sono private: non devono essere visibili agli occhi di persone estranee alla tua vita. L’album fotografico, a differenza della galleria virtuale, è anche uno strumento che dà la possibilità, alle generazioni future, di conoscere le proprie radici, i propri antenati.

Cari lettori, sono riuscita a indurvi alla riflessione riguardo la decadenza a cui è soggetto, oggi, il settore fotografico?
Spero di sì. I social network sono il futuro, ma è importante non dimenticare le nostre radici.

Alessandra D’Amico IV B

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