«Klara and the Sun»: l’amore rende unici.

Il romanzo di fantascienza Klara and the Sun, pubblicato nel 2021, è stato scritto dal celebre scrittore nippo-britannico Kazuo Ishiguro, premio Nobel della letteratura dell’anno 2017.

Negli scaffali illuminati di un negozio di elettronica c’è Klara, un intelligente ed empatico androide a energia solare, ossia un A.A (Artificial Friend), che non vede l’ora di essere acquistato da un bambino per potergli tenere compagnia. Klara, nel suo negozio, non è l’unico A.A: ce ne altri e alcuni sono perfino tecnologicamente più avanzati . Il direttore del negozio, per dare la possibilità a tutti gli A.A di essere acquistati, attua una rotazione riguardo il posto che essi devono occupare; ogni mese, quindi, gli A.A che erano inizialmente indietro negli scaffali avanzano, mentre quelli che erano avanti indietreggiano.

Klara, però, è diversa dagli altri A.A perché, oltre ad essere intelligente e capace di svolgere molteplici mansioni, è empatica: quando è esposta nella vetrina trasparente del negozio riesce, infatti, a percepire le emozioni dei viandanti, a capire i loro disagi, a compatire le loro sofferenze.
Klara sente le persone: un sorriso spento è finzione, una smorfia è presa in giro, una lacrima è tristezza, un abbraccio è malinconia. Klara percepisce le menzogne ed, essendo amante della verità, le respinge: sono le persone sincere a fare la differenza nel mondo.

Gli occhi di una bambina tenera e dalla salute precaria, chiamata Josie, si posano sulla vetrina del negozio di elettronica e ammirano un A.A non di ultima generazione, ma ottimo: Klara. Dopo una richiesta particolare della madre, ossia quella di imitare il modo di camminare della figlia, Klara viene acquistata, entrando finalmente a far parte della loro famiglia.

Klara adempie diligentemente il proprio dovere: tiene compagnia a Josie e la aiuta nei momenti difficili. Alcuni anni prima Josie ha subito, per volere della madre, una delicata operazione chirurgica per sviluppare capacità intellettive superiori rispetto alla norma e, per questa ragione, la sua salute è cagionevole. È spesso obbligata a rimanere a letto, a volte le risulta difficile camminare, altre ancora ha la febbre alta ma, in questi momenti spiacevoli, viene consolata da Rick, un amico d’infanzia con cui è cresciuta.

Le condizioni di salute di Josie, con il tempo, si aggravano: non è più autonoma e ha bisogno di aiuto. Klara, avendo promesso che sarebbe stata pronta a qualsiasi cosa pur di salvare la bambina, si reca in un campo isolato e, illuminata dal sole, chiede a quest’ultimo di salvare Josie dalla morte promettendo che, in cambio, distruggerà la macchina inquinante che vedeva circolare dinnanzi al negozio di elettronica. Il sole, però, decide di non guarire Josie: la macchina inquinante distrutta da Klara non è l’unica in circolazione, ma una delle tante.

Josie è solita  recarsi, accompagnata dalla madre, presso lo studio di un artista, chiamato Mr.Capaldi, per posare. Il compito che la madre ha assegnato all’uomo è quello di produrre un ritratto della bambina. Klara, però, sente che questa non è la verità e capisce che Mr.Capaldi, essendo in realtà un ingegnere, sta creando un robot identico a Josie così che, se quest’ultima morisse, la madre vivrebbe con un suo clone. La cosa sconvolgente è un’altra: la madre vuole che Klara diventi Josie. La madre aveva acquistato Klara perché comprendeva che questa avrebbe perfettamente imitato Josie, nel caso in cui questa se ne fosse andata.

Klara, non volendo sostituire Josie, si reca nel medesimo campo isolato, illuminato dal sole, un’ultima volta. Klara chiede al sole di salvare la bambina in nome dell’amore eterno che lega quest’ultima a Rick, suo complice. Il sole accetta: salva Josie e, in cambio, custodirà eternamente il loro amore.

Quando Josie guarisce, purtroppo Klara viene dimenticata. La ragazzina sta bene, ormai, ha le proprie amicizie, i propri obiettivi futuri, i propri sogni nel cassetto da realizzare. Non ha più tempo da dedicare ad un robot affettuoso che l’ha aiutata a crescere.
Klara viene abbandonata in una discarica e, ormai manomessa e vecchia, comincia a spegnersi. Il suo ultimo pensiero è commovente: la consapevolezza che non sarebbe mai riuscita a sostituire Josie, perché non erano le qualità della bambina ad essere uniche, ma l’amore che le persone provavano per lei. L’amore rende uniche e insostituibili le persone: mai nessun robot potrà essere paragonabile ad un essere umano.

Alessandra D’Amico IV B

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