La scienza può spiegare veramente tutto?

Una delle cose che ci rende essere umani è la voglia e il bisogno di scoprire il perché delle cose. La scienza si occupa proprio di questo: trovare una spiegazione razionale a tutti i fenomeni del mondo. Ogni giorno vengono scoperte sempre nuove cose, che, però, la scienza non riesce sempre a spiegare.
Un esempio è il noto effetto placebo, che è “legato al fatto che l’idea di assumere una sostanza con potere curativo ha di per sé un potere curativo”, ci spiega la rivista Focus. Detto in parole semplici, il cervello crede che le medicine che si stanno per assumere funzioneranno, anche se è semplicemente una caramella, e…alla fine lo faranno! Quando si realizza, ad esempio, un nuovo vaccino, si prova l’effetto placebo. Per provarlo si formano due gruppi di prova, in uno verrà somministrata la medicina vera e propria e nell’altro no.
In molti casi, i membri del gruppo, che non ha avuto il farmaco vero guarisce lo stesso. Ancora tuttora quest’effetto non si può spiegare scientificamente: è come se, in un certo qual modo, il cervello riesca a risanare il corpo da solo, senza l’utilizzo di terze parti.


Pochi sanno che le mucche possono essere considerate delle bussole, visto che hanno un ottimo senso dell’orientamento: infatti
dormono e mangiano guardando verso il nord oppure verso il sud.
Se si cercano delle immagini su Google, che facciano vedere mucche che stanno pascolando nei campi, si può notare che stanno guardando o verso nord o verso sud. Sono stati fatti diversi studi e uno in particolare, grazie all’utilizzo Google Earth, con il quale si è potuto vedere il comportamento di più o meno 9.000 bovini in varie parti del mondo contemporaneamente. Si è notato che tutte le mucche avevano lo stesso andamento ed erano rivolte nella stessa direzione. È come se fossero attratte da questi due poli, cosa che la scienza non riesce a spiegare.

                                                                                                  Un’altra cosa è l’atto di sbadigliare, che tutti di solito compiamo, quando siamo annoiamo o stanchi.
Ma ci può succedere anche quando vediamo un’altra persona sbadigliare, quando vediamo un’immagine di qualcuno che lo sta facendo, quando ascoltiamo qualcuno che ne sta parlando oppure quando ci pensiamo semplicemente.
Esistono molte teorie sul perché si faccia, ma non ci sono prove effettive. Una, ad esempio, dice che sbadigliamo perché in quel momento abbiamo una mancanza di flusso di ossigeno. Ma la verità è che gli scienziati non sanno esattamente perché lo facciamo.

Circa negli anni ’70 del Novecento si avvertì in Nuovo Messico un suono, noto come “ll Brusio di Taos”, che prende il nome proprio dalla città, in cui ci fu per la prima volta questo fenomeno. Le persone lo descrivono come il rumore di un treno o un camion diesel, che si accende in lontananza e che rimane con il motore avviato costantemente al minimo. Ormai è da 50 anni che vi è questo suono insopportabile e molti abitanti hanno anche sviluppato vari disturbi, come l’insonnia, l’ansia e lo stress, l’emicrania, sanguinamento dal naso, difficoltà respiratorie e attacchi di panico. Questo brusio, secondo alcuni, sarebbe causato dagli alieni, secondo altri sarebbe un modo di comunicare con una ristretta parte della popolazione e secondo altri sarebbe il  “grido della Terra”, soprannominato così, perchè si pensa che provenga dall’interno del nostro pianeta, che si sta lamentando per tutto il male che gli stiamo provocando. Nel 2005 gli scienziati pensarono che, in realtà, fosse  una forma di acufene, patologia provoca l’irrigidimento del timpano. Questo spiegherebbe perché solo poche persone riescano ad avvertire questo suono, anche in più parti del mondo. Ma questa teoria non spiega perchè questo suono si avverta soprattutto a Taos. Alla fine, queste sono tutte teorie che rimangono appese ad un filo: infatti ancora oggi non sappiamo perchè esista e cosa sia in realtà questo suono.

Uno dei grandi misteri irrisolti sono le esperienze pre-morte, ovvero quelle che alcune persone vivono dopo essere quasi decedute. Ci sono tantissime testimonianze, come quella di una donna che, dopo una complicazione in un intervento, racconta di aver avvertito un dolore allucinante, di essersi risvegliata sul tavolo operatorio e di essersi sentita fluttuare. Quel dolore non esisteva più e non aveva più paura, perchè sentiva che non ce ne fosse bisogno. Poi ha visto una luce accecante, che, però, non faceva male, anzi dava una sensazione di benessere,  e un tunnel con una persona all’inizio, per la precisione una donna dal volto sconosciuto. Era una sorta di guida che disse: “No, resta. Non è ancora arrivata la tua ora”. Nemmeno il tempo di sentire quelle parole che la donna ritornò alla sua normalità.  Sono varie le esperienze che vengono raccontate, ma, in genere, vi è sempre la presenza di un tunnel e di una luce. Quello che hanno in comune è quello che avviene dopo, cioè il cambiamento di queste persone che affrontano la vita come più positività e felicità. Queste testimonianze ci possono far pensare che esista qualcosa al di là della morte, ma, in realtà, nessuno è riuscito a dare una prova vera e propria. Molti scienziati dicono che queste sono solo allucinazioni naturali del cervello durante la morte. Ma ad ora non c’è nessuna possibilità di scoprire se siano illusioni o se queste siano visioni di quello che ci attende dopo la morte. Una cosa è certa: queste storie ogni volta ci fanno venire i brividi!

Quindi la scienza non può effettivamente spiegare tutto, almeno per ora, perchè forse non abbiamo i mezzi adeguati; ciò non vuol dire che non lo potrà fare in futuro, magari con nuove tecnologie, create appositamente per risolvere questi misteri.

di Aranya Amenta 4E

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