Mafiosi non si nasce

Nel mondo c’è tanta illegalità, che nasce e agisce in diversi luoghi e modi; questo, però, non rende tutti i cittadini parte dell’ingiustizia.

La mafia è un’organizzazione criminale, che colpisce direttamente o indirettamente. I soggetti che vi appartengono minacciano, opprimono e uccidono le persone che li ostacolano. Tutto questo viene inizialmente compreso nel XIX secolo nel palermitano, quando i grandi proprietari terrieri, chiamati “gabellotti”, incominciano a sfruttare i contadini.

Noi siciliani siamo fieri della nostra terra e siamo irritati che questo fenomeno l’abbia, per certi aspetti, rovinata; siamo fieri di tutte le persone che hanno combattuto questa piaga e fieri del fatto che la mafia non ci toglierà mai la voce.

Conosciamo tutti la storia delle vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che si sono opposti alla mafia fino all’ultimo. Poco prima di loro, Don Pino Puglisi educava i ragazzi del quartiere Brancaccio di Palermo, allontanandoli dalla malavita; Lea Garofalo ha dato un esempio di profondo coraggio e, pur di far vivere a sua figlia una vita migliore, ha contrastato tutta la sua famiglia; e poi il giornalista Giuseppe Impastato e il magistrato Rosario Livatino…e tantissimi altri. Costoro sono tutti morti per mano della mafia e tutti sono protagonisti di storie da far gelare il sangue, per la crudeltà che la mafia gli ha riservato.

Prima di Falcone e Borsellino, Leonardo Sciascia aveva scritto diverse opere sull’argomento, come “Il giorno della civetta” e “A ciascuno il suo”, in un’epoca in cui la mafia agiva più apertamente.

Tutte le persone compiono scelte ogni giorno, sbagliate o giuste che siano: con esse si va avanti, cercando di mantenere il proprio ideale, che mai sarà uguale per tutti. Le persone uccise, perché percorrevano la strada verso il loro obiettivo, verranno ricordate affinché altre possano farsi forza e diffondere la legalità nel mondo.

Viviana Scariolo 1G

Le Voci del Corbino

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