Nuove forme di violenza: il revenge porn

Il revenge porn in italiano significa letteralmente “vendetta porno” e vuole indicare tutti i fenomeni di condivisione di immagini o video intimi, su qualunque piattaforma digitale, senza il consenso di chi è stato filmato o fotografato. In alcuni casi, le foto sono state scattate con il consenso della vittima, in altri sono foto mandate al partner per “gioco” e in altri ancora la persona subisce una violenza sessuale mentre viene fatto il video. Bisogna comunque dire che è limitativo usare il termine vendetta, perché nei gruppi Telegram, social molto usato in questo periodo per questo genere di cose, vengono diffuse foto di giovani, prese direttamente dai loro profili social, che non hanno niente di provocatorio, anzi sono semplicemente immagini dove essi si mettono in mostra. Bisognerebbe, a questo punto, educare noi stessi e gli altri al consenso, ai diritti digitali e alla privacy. Il revenge porn è un termine che noi italiani abbiamo sentito per la prima volta nel 2016, quando Tiziana Cantone si suicidò, dopo che il suo ex-fidanzato aveva diffuso un suo video intimo. Prima era passato come un semplice suicidio, causato da un momento di debolezza, ma alla madre questa storia non era andata giù: per questo motivo decise di ingaggiare investigatori privati, per scoprire quale fosse la vera causa della morte della figlia. La legge contro il revenge porn in Italia entra in vigore anni dopo, precisamente il 9 agosto 2019, con il titolo di “Codice Rosso” e da allora questo viene considerato come un vero e proprio reato, che viene punito con la reclusione da uno a sei anni. La pena è prevista non solo per chi ha acquisito o diffuso per primo il materiale, ma anche per chi lo inoltra a sua volta. Nel 2021, però, sappiamo che si sta sempre di più consolidando la solidarietà femminile e questo ce lo dimostra Tiktok, un’app di cui abbiamo tutti sentito parlare e che nell’ultimo periodo sta spopolando tra giovani e adulti. Molte ragazze stanno, infatti, pubblicando video dove si mostrano e dicono :

“ Se dovessero girare tue foto intime e il tuo fisico assomiglia al mio, dì che sono mie”.

In questo modo, se qualcuno venisse attaccato o deriso, si può sempre dire che quelle foto non siano sue, ma di quella persona nel video. Un gesto senza dubbio altruista, che ci mostra quanto internet non sia poi un posto così tanto brutto come sembra. “Prevenire è meglio che curare”. Niente è più vero dei detti, che ci aiutano tantissimo in questi casi: infatti, il modo migliore per evitare queste situazioni è la prevenzione. Bisognerebbe prestare attenzione a quello che condividiamo, sia nei social che nelle chat private, anche se ci fidiamo del nostro compagno o del nostro amico, in modo tale che non vengano poi diffuse foto spiacevoli. Inoltre, anche se non si è vittime di questo fenomeno e, mentre si naviga su internet, ci si imbatte in gruppi, pagine, profili, siti dove si condividono materiali pornografici, senza il consenso della persona in foto, non bisogna essere indifferenti o avere paura, ma agire. Si può, ad esempio, segnalare il profilo o la pagina, in modo tale che possa essere chiuso. Oppure ancora, si può, dopo aver raccolto informazioni e prove, contattare la Polizia Postale e inviare tutto il materiale trovato. Il web ormai è parte delle nostre esistenze: lo critichiamo tanto per quante cose spiacevoli contenga, ma potremmo anche renderlo migliore, provando a contrastare, noi in primis, avvenimenti del genere.

Aranya Amenta 4E

You may also like...