Nuovo decreto del governo: “la tassa per la libertà”

Nei mesi scorsi il governo ha emanato un decreto, che prevede la possibilità per i migranti di versare circa cinquemila euro di cauzione per evitare di essere trattenuti nei Cpr, ovvero centri di rimpatrio nelle frontiere, dove si attende l’esame della richiesta di asilo.

La tassa, definita da molti come “tassa della libertà”, è prevista solo per i migranti che arrivano da paesi considerati sicuri; l’Italia al momento ne conta circa diciotto, tra i quali troviamo l’Albania, Nigeria, Tunisia e Senegal, dove sono frequenti le denunce per il mancato rispetto per i diritti umani. I cinquemila euro versati garantirebbero al migrante la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale per sole quattro settimane.

Questo è un decreto che da subito ha suscitato scalpore nel nostro paese.

In un’intervista del 24 Settembre, Matteo Salvini prova a fare chiarezza sulla questione, affermando: “E’ qualcosa che è previsto dalle normative europee: c’è obbligo per gli stati membri di disporre, come alternativa di trattenimento, ‘la costituzione di garanzia finanziaria’.”, specificando, così, che il decreto verrebbe imposto dall’UE, così come sostiene anche il Viminale.

In questi giorni l’opposizione ha espresso il suo disaccordo sul decreto, definendolo come “l’ennesima tappa di uno spettacolo indegno di un governo inadeguato”.

Pierfrancesco Majorino, responsabile delle Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd, si esprime contro il decreto, definendo il nostro governo come un “governo che si comporta da scafista”.

Anche la segretaria del Pd Elly Schlein sostiene che: “I cinquemila euro sono una crudeltà inumana”, spiegando che “L’ultima crudeltà del governo cozza contro il diritto internazionale: quella dei cinquemila euro, che si chiedono a chi fugge da discriminazioni e torture, è un’ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti”.

A Pozzallo, in provincia di Ragusa, pochi giorni fa, ha aperto la prima struttura riservata alle persone che arrivano da Paesi “sicuri” in Italia; il ministro degli Interni spiega che “si tratta della prima struttura per sbrigare velocemente le procedure accelerate di frontiera”. Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, non sembra essere in totale accordo con il centro organizzato, affermando che “ora non possiamo far altro che collaborare e stare con gli occhi aperti per capire cosa succederà. Io sono un sindaco di frontiera -dice-; staremo attenti al rispetto della dignità delle persone”.

Nel celebre film, candidato agli Oscar, “Io Capitano” si riflette sul concetto di immigrazione e sul trattamento riservato ai migranti nel loro viaggio verso la libertà.

Mamadou, uomo che ha ispirato il soprascritto film, esprime un concetto, sul quale tutti dovremmo riflettere: “prima si salvano le persone, poi si discute”, affermando, così, che qualsiasi questione politica e sociale non debba avere la priorità sulla salvezza dei migranti, che arrivano nelle nostre coste e che ogni giorno rischiano la vita nelle acque del Mediterraneo.
Letizia Lipari III D

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