Perché Sanremo è stato (anche) politica ed è giusto che continui ad esserlo

Si è appena conclusa la 74° edizione di Sanremo e, come ogni anno, non sono mancate le critiche riguardo all’eccessivo coinvolgimento della politica nella performance di alcuni cantanti in gara. Eppure non si tratta di un “trend” moderno, ma di una scelta consapevole dei concorrenti, che, sin dai primi anni del festival, decidono di sfruttare il palco più celebre di Italia come luogo di trasmissione di messaggi di elevata importanza sociale. Tra gli artisti, che si sono preoccupati di dar vita all’intreccio tra musica e valore morale, ricordiamo:

1966, «Il ragazzo della via Gluck» Adriano Celentano

Le cinque canzoni italiane più vendute degli anni '60 - Cinque cose belle

È il 1966 quando Celentano si presenta al Festival con Il ragazzo della via Gluck, pezzo ancora oggi riconosciuto come uno tra i più iconici della musica italiana. Il testo è ricco di riferimenti autobiografici, a cominciare dal titolo che omaggia la via del quartiere in cui il cantante viveva con la famiglia, ma è soprattutto un ritratto amaro di una lotta impari e fortemente sentita. Moderna e prepotente, la città si estende sempre di più, fino ad inghiottire la campagna, distruggendone natura e bellezza, e costringendo i suoi abitanti a emigrare per lavorare nelle moderne fabbriche cittadine. Una delle prime denunce in nome di quell’ambientalismo che negli anni successivi avrebbe alimentato cortei e riempito piazze.

1996, «Sulla porta» Federico Salvatore

Il coraggio di Federico Salvatore, portò l'omosessualità a Sanremo

Si intitolava Sulla porta, era il Sanremo del 1996 e raccontava di un figlio e del suo coming out con la madre, consapevole di ricevere “una porta sbattuta in faccia”. Nelle settimane che precedettero quell’edizione del Festival ci fu un gran tumulto. La notizia che all’Ariston ci sarebbe stata una canzone sull’omosessualità e che a cantarla sarebbe stato un cantante comico, sollevò non poche polemiche. Il testo venne sottoposto a censura dai dirigenti Rai e Salvatore dovette eliminare la parola omosessuale dalla canzone. Nella versione dell’Ariston la frase “sono un diverso mamma, sono un omosessuale” diventa un ben più generico “sono diverso mamma, e questo ti fa male”. Tuttavia, durante la terza serata, il cantante decide di sovvertire la censura, cantando la versione originale.

2016, «Blu» Irene Fornaciari

Irene Fornaciari a Sanremo: canto il dramma dei migranti - Corriere.it

Una donna in riva al mare, un bambino sulla spiaggia, i fiori tra le onde. Il dramma dei migranti arriva a Sanremo grazie alla voce di Irene Fornaciari. La canzone affronta il delicato tema della migrazione e della lotta per la sopravvivenza in un mare blu che si trasforma da fonte di speranza a causa di morte e disperazione. Blu racconta la realtà drammatica delle persone che partono e affrontano il mare per raggiungere la vita che hanno sempre sognato. Il testo è carico di immagini suggestive, che colpiscono ed emozionano fin dal primo ascolto, facendo appello all’umanità che è dentro ognuno di noi e aiutandoci a riflettere.

Arriviamo al 2024…

Per l’anno 2024, i concorrenti ad aver inviato il messaggio politico più forte sono stati Ghali con Casa mia e Dargen D’Amico con Onda alta. Il primo è un pezzo-up tempo in cui viene fotografata la ricerca delle proprie radici, a cui si legano anche riferimenti politici, come: “Ma come fate a dire che qui tutto è normale, per tracciare un confine, con linee immaginarie, bombardate un ospedale”.

“È un viaggione, è come un brano scritto a quattro mani con un extraterrestre amico. Insieme guardiamo il Pianeta Terra dall’alto e ci sono diverse cose che io non riesco a spiegargli, non riesco a spiegargli perché purtroppo accadono”, racconta il cantante. Impeccabile anche nella scelta dei brani per la serata cover, nella quale si è esibito con un medley di tre pezzi: “Bayna”, la sua “Cara Italia” e “Italiano vero”, un omaggio ed inno alle proprie origini italo-tunisine.

Ovazione per Ghali nella serata cover di Sanremo 2024: è un italiano vero

Il secondo pezzo, invece, di genere dance, porta a Sanremo il dramma dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo spesso, purtroppo, senza riuscire a sopravvivere. Nel testo c’è anche spazio per affrontare il tema degli “haters” sui social e della disuguaglianza sociale con la forbice fra abbienti e poveri, che si allarga sempre di più. La canzone invita, infine, a superare la diffidenza per le differenze culturali e d’origine, che sono basate solo su pregiudizi. Non mancano, inoltre, da parte di entrambi i cantanti, i riferimenti al dramma palestinese con chiare esortazioni al “Cessate il fuoco” e “Stop al genocidio”.

Cosa ha detto Dargen D'Amico a Sanremo 2024 sul discorso pacifista: Non voglio fare politica

Cristiana Pitruzzello IV A

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