Quando la critica diventa offesa

Al giorno d’oggi, i social sono diventati un punto di riferimento per noi giovani. Instagram e Tik Tok sono le app più scaricate al mondo, ma, spesso, non vengono usate correttamente.

Sui social siamo liberi di dire ciò che vogliamo e pensiamo, ma non sempre facciamo attenzione alle parole che usiamo, dal momento che ci si può ritrovare, senza neanche accorgersene, ad offendere. È necessario definire il significato di due parole chiave per capire se un nostro giudizio sia costruttivo o meno: i termini in questione sono critica e offesa.

Il termine critica identifica “la facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare, di prendere posizione rispetto a qualcosa”.

Il termine offesa, invece, identifica “il danno morale recato con atti o con parole”. Considerando tali significati, ci si rende conto che sono del tutto diversi e che sia pressoché impossibile confondersi sull’uso dei due.

Oggi, purtroppo, molte persone sul web esprimono il proprio pensiero definendolo “critica personale”, quando, in realtà, si tratta di una vera e propria “offesa”.

Su Tik Tok, da poco tempo, è stato creato un hashtag dedicato ai libri, ovvero #BookTok, utilizzato per tutti i video che riguardano letture di romanzi classici, nuovi successi editoriali e recensioni. Le molteplici recensioni e critiche editoriali hanno aiutato molti giovani a scoprire nuove letture e la loro differenziazione nei vari generi, ma alcune sono soltanto insulti che vengono rivolti al libro appena letto. Molte delle ragazze del BookTok hanno risposto a questi video, definendoli non costruttivi per gli autori e neanche di buon esempio per chi li vede. Spesso vengono usate frasi come “Questo libro fa schifo”, “Questo libro legittima la violenza”.

Kira Shell, scrittrice di Kiss me like you love me, romanzo che ha avuto molto successo in Italia e che presto verrà pubblicato anche in altri Paesi, è stata oggetto di queste critiche. Più volte sul suo profilo Instagram ha dovuto rispondere a tutte le offese che le venivano rivolte in riferimento a ciò che scrive nei suoi romanzi, tra cui l’accusa di “aizzare le proprie lettrici” contro le altre scrittrici di questo genere letterario.

Spesso accade che le parole utilizzate non riguardino più soltanto un libro, un film, ma si ripercuotano sulla vita privata delle persone. Prima di esprimere un pensiero come “questo romanzo legittima la violenza” bisogna comprendere veramente il messaggio del libro e non bisogna soffermarsi, per esempio, soltanto su una frase che un personaggio magari ha pronunciato.

Un buon lettore si può considerare tale se riesce a distinguere la realtà da ciò che viene scritto nel libro. È colui che non rivolge giudizi offensivi ad un romanzo, che affronta temi difficili, delicati. Egli cerca di comprendere al meglio la psicologia dei personaggi, che possono essere tratti dalla vita reale e, dunque, possono essere da esempio per tutti coloro che vivono realmente determinate situazioni, anche problematiche.

Un buon lettore non rivolge offese che attaccano la personalità e il carattere degli scrittori, ma li sostiene attraverso la condivisione degli ideali espressi nei romanzi.

Di certo un buon lettore non è quello che definisce “non un vero lettore” colui che legge i libri che vengono citati nel BookTok!

Purtroppo, non tutti hanno la fortuna di conoscere la cultura della lettura e hanno bisogno di una guida per entrare in questo mondo. BookTok può rappresentare un punto di partenza per tutti i nuovi lettori che devono essere liberi di leggere ciò che vogliono, consapevoli che potrebbe arrivare il momento in cui saranno essi stessi a consigliare e recensire i romanzi attraverso dei video con #BookTok.

Volendo adattare alla lettura quanto Pavarotti aveva espresso sulla critica musicale…

Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno la insegna, chi la sa fare ancora meno la organizza, chi la sa fare così e così, la critica.

Luciano Pavarotti

Greta Giordano III E

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