Vip e libri: arte o da mettere da parte? Che ne pensano gli autori.

Il 2022 è un anno nuovo anche dal punto di vista editoriale, poichè molte sono state le pubblicazioni e le nuove uscite. In questo mondo, però, sta succedendo qualcosa di inaspettato!

Nell’ultimo periodo, le pubblicazioni della casa editrice Mondadori, estremamente rinomata e stimata in ambito internazionale, hanno lasciato senza parole la maggior parte del popolo dei lettori e dei critici italiani. Bastano due nomi: Tina Cipollari e, soprattutto, Elisa Esposito, autrici rispettivamente di “Piume di struzzo” e, udite udite, “Amioe. Il manuale del corsivioe”…

Prima la Cipollari, ora Elisa…mah! Per entrambi i casi non ci si vuole soffermare su chi siano i due personaggi, altamente discutibili dal punto di vista culturale, né sulla possibilità che ci siano ghostwriter dietro ai loro testi, poichè di ciò non si possiede alcuna notizia.

Già quando è stata annunciata la pubblicazione della Cipollari, Facebook e Instagram sono esplosi  a causa di vari commenti di disappunto…ma il manuale del corsivioe ha tanto spiazzato il pubblico che quasi non se n’è parlato per la mancanza di parole! Le domande che si facevano i lettori sono state: è tutto vero? Stanno dicendo sul serio? Non è uno scherzo? Non ci si potrà svegliare domani con l’annuncio della Mondadori che dice che è stato solo uno scherzo?

Ma, tralasciando anche i contenuti, quello che vediamo è come l’editoria non basi più le sue scelte sulla qualità, ma sul guardano. Si pensa che, pubblicando libri di influencer, il guadagno sia maggiore, ma…che fine fa la dignità di una rinomata casa editrice? Preferiscono veramente pubblicare il manuale del corsivioe (trovata che già di per sé fa piangere!) invece che dare alle stampe opere di narrativa scritte da autori competenti, conosciuti e non?

Cosa sta succedendo all’editoria? Noi lettori vogliamo qualità, non fama effimera! E, di sicuro, gli esempi citati di qualità, se ne hanno, ne hanno ben poca. La critica non è certo rivolta ai vip citati, ma agli editori, così interessati solo ed esclusivamente al guardano che non si rendono conto della figuraccia che stanno facendo. Adesso, si sta acuendo sempre più l’abisso che divide la piccola editoria dalla grande editoria, tra autori emergenti e già affermati, da una parte, e autori improvvisati, i cui prodotti possiamo definire trash!

Ma, dunque, la domanda è: gli autori impegnati che cosa ne pensano di ciò?
Il parere di due autrici emergenti, Valeria Franco ed Edmea Francesca Adelaide Caponnetto, è qui riportato.

Valeria, le tue pubblicazioni, ad ora, sono due: “La landa delle strane idee” e “Cocci di vetro”. Ne vorresti parlare un po’?
Certamente. Iniziamo col dire che entrambi i volumi sono delle raccolte di storie brevi, dai tratti inquieti e introspettivi, con una punta di onirico e fantastico. “La landa delle strane idee” è stato un esperimento estremamente mal riuscito…avevo 17/18 anni quando l’ho pubblicato (e scritto tra i 14 e i 17 anni) quando non sapevo assolutamente nulla di editoria e pubblicazioni; come libro penso avesse qualche potenzialità, ma all’epoca ero troppo inesperta per saperle sfruttare al meglio. “Cocci di vetro” è un lavoro decisamente migliore, molto più professionale e ben gestito; ovviamente non è perfetto, anche qui si poteva fare di meglio, ma la considero la mia prima vera pubblicazione e tutt’ora mi sta dando molte soddisfazioni. In futuro spero di riuscire a scrivere qualcosa di qualità ancora superiore.

Hai pubblicato “La landa delle strane idee” in self publishing, mentre hai affidato “Cocci di Vetro” a una casa editrice, bookabook. Come mai hai scelto il metodo del self per il primo libro? È un metodo di pubblicazione che consiglieresti? E come ti sei trovata, invece, con il crowdfunding editoriale?
Per la mia prima pubblicazione ho scelto il self perché, sinceramente, non avevo idea di cosa fare e a chi rivolgermi. Penso ci siano due modalità di autopubblicazione: quella consapevole e quella inconsapevole. La seconda (e per quelle che erano le mie conoscenze quando ho scritto “La landa”, io rientro qui) è la pubblicazione fatta a caso, tanto per, non professionale; questa modalità è tipica di chi è alle primissime armi e la sconsiglio vivamente, anche per quelli che sono stati i miei risultati. La prima modalità che ho citato, quella consapevole, è quella dove l’autore ha consapevolezza di sé e del fatto che un libro non lo si può creare da solo; quindi, si rivolge a dei veri professionisti (specifico “veri” perché purtroppo molti si spacciano per tali pur non avendone le competenze): editor, correttori bozze, impaginatori e grafici. Ovviamente questo secondo tipo di pubblicazione ha i suoi pregi e i suoi limiti, ma in generale mi sento di consigliarla. Per quanto riguarda il crowdfunding, trovo sia un’ottima modalità di pubblicazione… ma del tutto sprecata in Italia. È poco conosciuta, spesso viene scambiata per una truffa o per pura fuffa. Senza un pubblico di lettori disposti a sostenerti (senza “crowd”) non può venire fuori nulla, e trovo sia davvero un peccato perché credo che una modalità di pubblicazione come questa possa aprire la strada a molti autori e case editrici di qualità.

Cosa ne pensi delle ultime pubblicazioni della Mondadori, “Piume di struzzo” di Tina Cipollari e “Amioe. Il manuale del corsivioe” di Elisa Esposito?
La cosa mi delude, ma non mi sorprende. Non è una novità che una grande casa editrice provi a sfruttare queste “celebrità del momento” per fare qualche soldo facile, spesso, però, si rivelano dei flop pure per loro, perché il target al quale puntavano, semplicemente non legge… Personalmente mi sforzo di non dare troppo peso a queste realtà, altrimenti si rischia di impazzire. Ho pubblicato due libri, girato un cortometraggio su uno di essi, tenuto molte presentazioni, mi sono laureata in Comunicazione l’anno scorso, praticamente in concomitanza con le prime lezioni della magistrale di Editoria, attualmente sto facendo uno stage in una piccola casa editrice… insomma, mi sono impegnata veramente molto, riempita di stanchezza e di stress, per cosa? Per non avere nemmeno un briciolo delle possibilità lavorative che hanno questi personaggi pubblici che, con la scrittura e l’editoria, non c’entrano proprio niente. Ovviamente il mio caso non è unico: sono moltissimi i professionisti competenti che sono costretti ad abbandonare questo lavoro, perché non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese. Mi consolo pensando al fatto che la carriera di queste celebrità nell’ambito editoriale è destinata ad appassire presto, mentre quella di chi dimostra competenza e voglia di lavorare (grazie anche ad una buona dose di fortuna, perché anche quella ha il suo peso), potrà continuare ad andare avanti.

Cosa ti aspetti dalle future pubblicazioni dei grandi editori e cosa, invece, desidereresti?
Mi aspetto, molto banalmente, che le cose restino come sono ancora per qualche anno, almeno. Per la seconda domanda, la mia è una risposta banale quanto sincera: vorrei più meritocrazia. Non che tutte le uscite della Mondadori& co. siano il demonio, assolutamente no (io stessa compro e leggo i loro volumi con piacere), ma è innegabile che spesso autori e manoscritti sconosciuti, ma di qualità, vengano ignorati, sottostimati e rifiutati… purtroppo l’aspetto meritocratico non sempre riesce a coincidere con la logica e le tempistiche stringenti dell’industria culturale.

Grazie mille

Edmea, le tue pubblicazioni, ad ora, sono quattro: “Caro Destino”, “Io, mi Conosco?” “Cerotti sul cuore” e “Undici: Storia di uno sfigato”. Dicci un po’ di cosa si tratta.
Prima di tutto, grazie per questa possibilità. È nato tutto per esigenza di comunicare qualcosa, infatti i miei libri lasciano sempre un messaggio soprattutto per i giovani. Voglio credere che investire tempo nel miglioramento della società possa portarci a qualcosa. “Caro Destino” è un racconto breve contro la violenza sulle donne, costruito sulle tecniche narrative del grande Horacio Quiroga. L’ho scritto dedicandolo a tutta la società. La protagonista non ha (volutamente) un nome; la descrizione della casa è alquanto basilare, ma le situazioni potrebbero essere familiari a molti. Chiunque, se le cose non cambiano, può trovarsi nella situazione di cui narro. È stato scelto come libro da leggere durante “H-Open week” contro la violenza sulle donne a Faenza, Forlì, Rimini, Cesena, Ravenna e Lugo. “Io, mi conosco?” è un libro interattivo. Ho sempre amato scrivere le mie “memorie” o i miei obiettivi e un prodotto culturale che mi ha sempre incuriosita è il classico “bullet journal”. Così, durante alcuni anni molto duri per me, ho raccolto 200 domande, coinvolgendo anche un piccolo numero di volontari anonimi tramite sondaggi per scoprire cosa ci spaventa di più o a cosa dovremmo pensare di più. Durante gli anni, gli adolescenti hanno perso l’autostima e la grinta necessaria per affrontare tale fase della vita; dunque, un aiuto a darsi da fare è sempre utile. “Cerotti sul cuore” è un romanzo breve con varie tematiche attuali: l’ansia, l’amicizia, l’importanza della famiglia (“tradizionale” e non), la realizzazione personale, la terapia e molto altro. Con questo libro ho voluto far emozionare chi ha perso qualcuno o chi si è perso per colpa degli altri. “Undici: Storia di uno sfigato” è attualmente in preordine su amazon; il formato cartaceo sarà disponibile dal 17 dicembre in poi. Si tratta sempre di un romanzo breve, che racconta della psiche di un giovane italo-americano. Il focus del messaggio che voglio comunicare è: mettiamoci sempre nei panni degli altri, ma senza giustificare ciò che non è oggettivamente corretto. Lo scopo del racconto è quello di mettere il lettore nella condizione di oscillare fra la comprensione del soggetto imputato e il condannarlo.

Hai pubblicato quasi tutti i tuoi lavori in self publishing con Amazon KDP, mentre hai affidato “Cerotti sul cuore” a una casa editrice. Il self è un metodo di pubblicazione che consiglieresti? Come descriveresti la tua esperienza editoriale?
Ho scelto di pubblicare molti scritti in “Self” perché sono un editor e correttrice di bozze; volevo scegliere in autonomia le mie copertine e ho un pubblico (seppur ristretto) che mi segue. Avere una nicchia prima di pubblicare è un elemento base per un aspirante autore. In ogni caso, ho scelto tale metodo perché volevo formarmi in autonomia, dato che ho altre undici pubblicazioni in progetto e perché volevo essere libera anche di organizzare la pubblicità a modo mio, in modo più ironico e leggero, ma soprattutto tramite i social. In seguito, ho iniziato a parlare di “Cerotti sul cuore” su Instagram, suscitando la curiosità di molti editori. Tuttavia nessuna proposta mi soddisfaceva del tutto: cercavo una casa editrice “tradizionale”, “spartana”, “popolana”, diciamo umile e che si basasse anche su cosa piace alla gente. Così, ho inviato il mio manoscritto a due che mi piacevano. Una lo ha rifiutato e l’altra ha deciso di pubblicarmi. In sintesi: se avete già una nicchia di sostenitori (non 4/5 persone, ma molti) scegliete il self, ma dovete affidarvi a dei professionisti per la correzione del vostro libro; se, invece, siete soli e inesperti, cercate una casa editrice non a pagamento che possa guidarvi e, soprattutto, che organizzi eventi. Per rispondere infine all’ultimo quesito, credo che la mia esperienza editoriale sia appena iniziata.

Cosa ne pensi delle ultime pubblicazioni della grande editoria?
I libri su cantanti, attori, e “famosi” sono sempre esistiti, però credo che adesso ne siamo sommersi. Ricordiamoci che l’editore è comunque un imprenditore: da una parte delude una fetta di lettori, dall’altra accontenta altri acquirenti. Il mondo va così, ma non arrendiamoci. I tempi sono cambiati così come la società: tocca a noi scegliere ciò che vogliamo essere. Mi dissocio da tali pubblicazioni, ma, d’altronde, chi sono io per giudicare i gusti altrui?

Cosa ti aspetti dalle future pubblicazioni dei grandi editori? Cosa, invece, desidereresti?
Non mi aspetto un ritorno alle origini, sia chiaro. Non credo che vedremo adolescenti leggere di Simone De Beauvoir o Shakespeare al di fuori della scuola, però mi aspetto un’accoglienza migliore nei confronti degli autori emergenti validi. Considerando che tutti scrivono ma nessuno legge, desidererei meno libri di bassa qualità e più opportunità per tutti!

Grazie mille.
Grazie a te per questa opportunità.

Elisabetta Giacalone 4C

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