Quando una fonte essenziale di vita diviene il peggior nemico.

Tutti, nel corso della loro vita, si sono ritrovati a dover fronteggiare i propri cambiamenti fisici che, indubbiamente, riguardano ogni essere umano. Durante il periodo della pubertà, il corpo inizia a svilupparsi e, di conseguenza, ad acquisire caratteristiche ben differenti da quelle tipiche dell’età infantile. Da ciò, possono subentrare una serie di patologie che si ripercuotono maggiormente negli adolescenti. Senz’altro una tra le più frequenti è l’anoressia, con circa tre milioni di casi soltanto in Italia. Tutto inizia dal volere semplicemente perdere qualche chilo, al fine di raggiungere l’aspetto fisico che più si desidera. Inevitabilmente, però, si comincia a perdere il controllo di ciò che, dapprima, doveva essere “un’innocua dieta”! Si ha un rapporto conflittuale con il proprio corpo, arrivando ad avere una percezione alterata di ciò che si è realmente e che, in seguito, troverà sfogo nel rigetto di una fonte di cui tutti noi necessitiamo: il cibo. Si entra, così, in un circolo vizioso, dal quale sarà molto difficile uscire, ma non impossibile. L’anoressia, non solo mette la persona in conflitto con il proprio essere, ma soprattutto con il mondo intero: limita le relazioni sociali, indispensabili per la crescita personale.

Ci si chiude in una bolla, in cui le sole protagoniste sono vocine, apparentemente innocenti, che prendono il sopravvento nell’essere umano e controllano la sfera emozionale dell’individuo, abbandonandolo in un mare tempestoso, le cui onde sono solo devastanti paranoie.
Ne vale realmente la pena essere sottoposti al dominio di un mostro degno di essere chiamato tale?

Può essere veramente difficile accettare sé stessi, ma si deve fare di tutto pur di non arrivare a subire una sofferenza tale, perché ognuno di noi è bello e speciale a modo suo.

Non abbiamo bisogno di compiacere gli altri, se poi siamo noi a doverne pagare le conseguenze.

Ciò che ci rende veramente belli non è l’aspetto esteriore, ma il nostro vero essere.

                                                                                                       Claudia Tretola e Vittoria Salerno II D

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