Scomparsa o uccisa? Il caso di Emanuela Orlandi. Ultima parte

Dopo la scadenza dell’ultimatum non ci furono più chiamate da parte dell’Americano e la polizia iniziò ad indagare su altre piste.
Secondo alcuni, sarebbe collegato alla scomparsa della ragazza anche il caso Roberto Calvi, giornalista e banchiere del Banco Ambrosiano trovato morto impiccato il 18 giugno 1982, a due anni quasi esatti del rapimento di Emanuela, sotto al Ponte dei Frati, sul Tamigi, a Londra.

A partire dal 1980, il Banco Ambrosiano ha dovuto affrontare due profonde crisi: la seconda, un anno dopo, è nata a seguito della scoperta della loggia P2, quando Calvi sarebbe rimasto senza protezioni. È allora che sembra abbia chiesto aiuto al Vaticano e alla sua istituzione finanziaria, lo IOR. Due mesi dopo venne arrestato per reati valutari, processato e condannato. Nonostante ciò, in attesa della condanna, tornò in libertà e si è avvicinò a Flavio Carboni, legato a boss della mafia e a malavitosi della Banda della Magliana, con cui iniziò attività di riciclaggio di denaro sporco.
Da qui nacque l’ipotesi di uno scambio di persona: al posto di Emanuela Orlandi, sarebbe dovuta essere rapita Raffaella Gugel, ragazza che le assomigliava molto, che abitava nel suo stesso palazzo e figlia di Angelo Gugel, assistente personale di papa Giovanni Paolo II e, ancora prima, stretto collaboratore di Marcinkus, l’ex presidente dello Ior, proprio la banca vaticana. Il rapimento avrebbe dovuto intimare al Vaticano il silenzio su certe questioni molto delicate, come quelle di natura finanziaria.

Dopo la pista dell’attentatore, è stata aperta quella sulla banda della Magliana. A rapire la ragazza, sarebbe stato un vero e proprio commando di uomini, mandato su ordine di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana. Questa pista venne confermata anche da Marco e Salvatore Sarnataro, un amico di Emanuela e suo padre. Marco avrebbe confessato al padre il ruolo nel rapimento dell’amica, ordinatogli, a detta sua, da Enrico De Pedis.

Il primo a sollevare la pista della banda della Magliana è stato Accadi dopo aver chiamato “Chi l’ha visto?”. Il rapimento di Emanuela, però, sarebbe stato la risoluzione di un problema che riguardava un alto prelato vaticano, che, come ricompensa, avrebbe concesso a De Pedis un sepolcro in Sant’Apollinare. Nonostante il ritrovamento dei resti del boss dentro la basilica e le testimonianze della sua ex amante Sabina Minardi, non è mai stato dimostrato il suo coinvolgimento diretto, perciò dopo anni di ricerca il capo della procura Giuseppe Pignatone decise di archiviare il caso.

Recentemente, l’ex procuratore capo di Roma Capaldo ha fatto riferimento ad una vera e propria trattativa segreta, relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi e alla sepoltura di Enrico De Pedis. In una trasmissione televisiva, ha riferito che, quando era titolare dell’inchiesta relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi, alcuni esponenti vaticani gli avrebbero chiesto di eliminare l’attenzione negativa che la stampa riservava allo Stato pontificio e, anzi, di aprire la tomba di De Pedis per eliminare qualsiasi collegamento.
Quelle legate alla malavita romana e al Vaticano, però, non sono le uniche piste prese in analisi dagli inquirenti, che hanno indagato sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, ma si cominciò a pensare che ci potesse essere di mezzo un pedofilo. In quegli anni in Italia si parla di “tratta delle bianche” ovvero di numerose sparizioni di giovani donne, che scomparivano senza lasciare alcuna traccia. Sono duemila i minorenni scomparsi, di cui la maggior parte sono ragazze.
Quando è scomparsa Emanuela, a Roma e dintorni sono scomparsi, anche solo per poche ore, altri 321 giovani, 144 ragazzi e 177 ragazze: non soltanto, quindi, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio dello stesso anno.

Quando le indagini per il caso di Emanuela iniziarono si pensò subito che sotto poteva esserci qualche maniaco o addirittura una vera e propria organizzazione, che reclutava minorenni a scopo sessuale, utilizzando scuse come quelle di star cercando ragazzi per farli diventare attori, proprio come era successo alla sorella di Emanuela qualche giorno prima, che era stata avvicinata da un uomo che la voleva come comparsa per un film.

Durante alcuni lavori di ristrutturazione alla Nunziatura Vaticana, sotto al pavimento della sede di via Po sono state ritrovate delle ossa. Trattandosi di un palazzo della Santa Sede, il collegamento con Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparsa un mese prima, è stato lampante. Secondo l’analisi dei reperti effettuata, però, quelle ossa avrebbero più di cento anni. Secondo gli esami al Carbonio 14 sarebbero appartenute ad una persona morta sicuramente prima del 1963.

Nel 2019 sembra esserci una possibilità di collaborazione da parte del Vaticano, con l’accesso all’apertura delle tombe di due principesse nei sotterranei del Cimitero Teutonico Vaticano. Le indicazioni arrivarono attraverso una lettera anonima accompagnata dalla foto di una tomba in cui si leggeva: “Cercate dove indica l’angelo”, facendo riferimento alla scultura di un angelo che sovrasta i due loculi e indica verso il basso. I reperti trovati furono poi analizzati per poter prelevare i campioni del dna. Secondo il Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano, però, le ossa rinvenute risalirebbero a più di un secolo fa.
Il Vaticano, in seguito a questa scoperta, ha deciso di archiviare il caso, ma la famiglia Orlandi proseguì le indagini privatamente.
Secondo il fratello di Emanuela e i legali della famiglia Orlandi, le analisi sulle ossa rinvenute sarebbero state svolte soltanto visivamente, con esami non sufficienti per datare i reperti: “Come si fa a dire che si tratta di ossa centenarie se queste non sono state esaminate? I test genetici e al Carbonio14 non sono stati effettuati”, ha dichiarato l’avvocato della famiglia.
Fra le ragazze, che hanno occupato un ruolo di spicco nelle cronache di quegli anni, c’è anche Katty Skerl, 17enne trovata morta il 21 gennaio del 1984 a Grottaferrata, assassinio restato anch’esso irrisolto e apparentemente legato con la sparizione di Mirella Gregorio e con quella di Emanuela Orlandi. Ad unirli ci sarebbero alcune dichiarazioni di Accetti, uno dei mitomani che spesso si è espresso sulla scomparsa di Orlandi, ma anche l’esistenza di un plico inviato ad un’amica di Emanuela e alla sorella di Mirella Gregorio. “Non cantino le due belle more per non apparire come la baronessa e come il ventuno di gennaio martirio di Sant’Agnese con biondi capelli nella vigna del Signore”, c’era scritto. Appaiono fin da subito evidenti i riferimenti alle ragazze: Emanuela e Mirella, indicate come “due belle more” e a Skerl, la ragazza dai capelli biondi morta nella vigna il 21 gennaio. Diversamente, invece, secondo il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, non ci sarebbe alcun collegamento fra i due casi.
Nel dicembre del 2022 Il Riformista ha pubblicato due audio risalenti al 2009. Un socio di De Pedis ha lanciato delle accuse a dir poco pesanti nei confronti del Vaticano, senza essere mai esplicito nella menzione di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori. In modo generico si parlò soltanto di “alcune ragazze”.
Nello stesso periodo Ali Agca inviò una lettera al fratello di Emanuela, in cui dice: “I rapimenti di Emanuela e di Mirella furono decisi dal Governo vaticano ed eseguiti da uomini del servizio segreto vaticano, vicini al Papa. La trattativa pubblica era una sceneggiata architettata da alti prelati operanti all’interno di tali servizi. Emanuela era un affare del Vaticano e, fin dall’inizio, venne consegnata a delle suore; ha compreso l’importanza del suo ruolo accettandolo. So di lei grazie a un Padre spagnolo, che mi ha visitato in Italia e anche a Istanbul. Un uomo religioso, animato da una fede autentica, che conosce i misteri del mondo e soprattutto che non mente.”

Le indagini su Emanuela vennero comunque riaperte dal Vaticano grazie alla determinazione della famiglia, nella speranza di poter fare maggiore chiarezza sulla sua scomparsa.
“Non posso non essere contento e come sempre voglio vedere il bicchiere mezzo pieno ed essere ottimista. Non occorrono lunghe indagini; la verità già la conoscono: basta raccontarla”.

Il 14 gennaio del 2023 Emanuela avrebbe compiuto 55 anni. La sua scomparsa e la sua tragica storia restano tutt’ora impressi nelle menti di chiunque, soprattutto quanto questa singola figura trascini con sé misteri, interrogativi e dubbi. Nonostante ciò, il fratello non si è mai rassegnato all’idea di averla persa: “Finché non avrò un corpo, ho il dovere di cercarla viva.”

Marika Santoro, Gaia Petrolito, Christian Milani, Sara Ricupero 5As

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