Sul deterioramento della cultura da Giovenale in poi

Qualche giorno fa ho assistito alla presentazione di un libro.
Ammetto di non aver prestato particolare attenzione al tutto, ma una determinata frase ha innescato in me un momento di riflessione. Sono state semplici parole pronunciate dall’editore, in cui si stupiva di come un libro, scritto sicuramente da qualcuno con delle conoscenze discutibili in ambito letterario e composto a malapena da dodici pagine, venga venduto maggiormente rispetto a quello che ci stavano presentando, composto da ben centocinquantanove pagine, con frasi piene di significato e segreti nascosti. In quell’uomo ho rivisto lo stesso pensiero di Giovenale, poeta satirico latino, vissuto nel I secolo d.C., il quale non riusciva ad accettare il disinteresse della società nei confronti dei poeti e, dunque, il successivo deterioramento della cultura del suo tempo.
Riflettendo, ho pensato che è vero che i tempi cambiano e con essi i modi di pensare di qualunque essere cosciente, ma ciò vuol dire che dobbiamo rimanere immobili accettando tutto questo passivamente?
Personalmente mi trovo concorde con il pensiero dell’editore, ma in egual misura ritengo che sia stata errata la modalità di esposizione del messaggio: delle parole espresse più come sfogo che come ammonimento non potranno mai attirare l’attenzione di un pubblico. 
Ripensando ai secoli precedenti, mi sono resa conto di quanto la scuola venisse considerata la cosa più preziosa al mondo, divenuta successivamente alla portata di tutti. Da quel momento il percorso scolastico perse di importanza e molti, non comprendendone il valore, oggi scelgono di non approfittarne o persino di abbandonarlo prima del tempo, per il solo fatto che sia entrato a far parte dei nostri diritti quotidiani. È proprio vero quel detto che recita che ci si dimentica di qualcosa tanto bramata appena dopo averla ottenuta.
Dunque è insensato lamentarsi di questa condizione, se siamo stati proprio noi a crearla tramite l’avvento del progresso scientifico. Siamo convinti che basti leggere una veloce notizia o dei semplici riassunti per venire a conoscenza di tutto ciò che necessita sapere. Siamo arrivati davvero al punto di sminuire, in questo modo, la cultura accumulata in questi anni.
Ormai è troppo tardi per tornare indietro. Siamo giunti ad un punto di non ritorno: i giovani ai giorni nostri non riescono a stare senza cellulare, trovando noioso anche solo leggere un semplice libro. 
Con il passare del tempo le persone smetteranno di approfondire i propri interessi, fermandosi alla punta dell’iceberg, ad una visione superficiale delle cose che potrebbero, in verità, nascondere molto di più: si farà sempre più fatica a non giudicare un libro dalla copertina, libro che, se sfogliato, potrebbe rivelare un capolavoro che a prima vista non si era notato.

Diana Marusan VD

You may also like...