Musica e benessere, sulla stessa onda

La musica ci accompagna ogni giorno, è lo sfondo delle nostre vite.

Se non abbiamo le cuffie la mattina, salire sull’autobus ci sembra più difficile e si sa già come andrà la giornata prima di iniziare; se, invece, non le scordiamo, una volta indossate il mondo prende una forma diversa, i pensieri viaggiano seguendo le note, tutto cambia e ci sentiamo in un altro universo.
Quando ascoltiamo una canzone più ritmata, ci viene voglia di scatenarci, cantare a squarciagola e ballare; quando, invece, sentiamo una canzone più lenta, triste, il nostro primo istinto è quello di accovacciarsi sotto le coperte, lasciandosi andare alla malinconia.

Ma quali effetti subisce il nostro cervello durante tutto ciò?
Secondo gli studi condotti durante gli ultimi anni, la musica ha l’uguale effetto di una droga psicoattiva, quindi nel nostro corpo viene rilasciata dopamina.
Attiva alcune aree del cervello specifiche, che rilasciano o producono sostanze: una musica rilassante riduce il cortisolo nel sangue, di conseguenza provoca un calo di stress e dolore, invece una musica ritmata provoca un rilascio di endorfine, che causa una sensazione di benessere ed euforia, migliorando non solo il nostro umore, ma influendo anche sul nostro battito cardiaco, sulla respirazione e pressione sanguigna, che, andandosi ad abbassare, rende i riflessi più pronti e veloci.

La musica, non per niente, viene utilizzata come terapia, la cosiddetta “musicoterapia”, applicata in più branche della medicina, prevalentemente neurologia e psichiatria.
L’esperienza musicale può influenzare molti ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie, lo sviluppo emozionale e la qualità della vita, e può avere due approcci: attiva (suonare) o ricettiva (ascoltare).
Ora che sappiamo cosa succede a livello neurologico nel nostro corpo possiamo anche comprendere per che cosa essa viene utilizzata.
Alcuni esempi rilevanti sono autismo infantile, sindrome di Tourette, disturbi dell’umore o psicosi.
Può ridurre i sintomi della schizofrenia, può aiutare chi soffre di problemi cardiaci a ridurre l’ansia, lo stress e perfino la percezione del dolore; può essere utilizzata come strumento di riabilitazione dopo un ictus, in quanto facilita il movimento; insomma, in linea generale, il suo fine è quello di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive, senza limiti di età e condizioni fisiche o patologiche.

Secondo una ricerca condotta dalla piattaforma Deezer e pubblicata dal sito Kerrang, anche se non si soffre di una patologia specifica, ascoltare musica per almeno 78 minuti al giorno è indicato per mantenere uno stile di vita sano.

Quindi cantiamo a squarciagola, facciamoci trasportare dalla danza, sentiamo il suono scorrere nelle vene, teniamo il ritmo anche se non andiamo a tempo: ne trarremo solo benefici!

Angela Bongiovanni e Sofia Tomska II G

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