Uomini, ominicchi e quaquaraquà

Non poteva che calzare a pennello con la società odierna questa semi-citazione di Leonardo Sciascia (Il Giorno della Civetta). La classificazione degli umani di genere maschile in tre macrocategorie: gli uomini, gli ominicchi ed i quaquaraquà, la dice lunga sul fatto che l’uomo vero non sia quello virile, il macho, il concentrato di testosterone, bensì colui che rispetta sé stesso e l’altro, conferendo dignità alle relazioni tra persone. Una persona sana di mente direbbe che il rispetto sta alla base di rapporti e convivenze civili: tuttavia, per quanto questo possa risultare scontato, non lo è per tutti.

È qui che entrano in gioco le altre due “categorie di uomini”: gli ominicchi ed i quaquaraquà. Coloro che, senza alcuno scrupolo, trattano il prossimo con indifferenza e noncuranza dei suoi sentimenti e pensieri. Piccoli uomini (ominicchi), bambini che si comportano da grandi, non in grado di decidere per sé stessi, vissuti sempre nell’ombra e pronti ad uscire allo scoperto quando è l’altro a compiere un errore. Per quanto banale possa essere (in realtà nemmeno troppo), il caso Andrea Giambruno ne costituisce un esempio lampante.

Il giornalista medio-basso che si fa “grosso”

Andrea Giambruno è un giornalista e conduttore televisivo, noto per il suo programma “Diario del Giorno” e per essere lo storico (ormai ex) compagno della Premier Giorgia Meloni. Di recente, è riuscito nel suo intento: comparire nella prima pagina di ogni giornale per la sua condotta eticamente discutibile, mettendo sé stesso e gli altri in imbarazzo e diventando lo zimbello d’Italia, per quei “quindici minuti di celebrità”. Difatti, il suo nome sta pian piano sparendo dalle headlines, ma le sue azioni non verranno comunque dimenticate. Cosa avrà fatto mai, il nostro Giambruno, per mettersi in un guaio di simile portata? I video parlano chiaro: si tratta di alcune riprese fuorionda, provenienti dal suo programma “Il Diario del Giorno”, passate tra le “grinfie” di Striscia la Notizia, che ha sbandierato ai quattro venti il suo pessimo comportamento (sia professionale, sia umano). In questi filmati, lui tenta di svilire la figura delle sue colleghe più giovani, alludendo continuamente a presunte prestazioni sessuali, che queste avrebbero dovuto affrontare per ottenere il posto di lavoro. Questo tipo di condotta è proprio quello che Sciascia associa alla figura di “ominicchio”. Un altro comportamento tipico di questi individui è proprio quello di sminuire la donna in quanto tale e Giambruno l’ha fatto eccome (e proprio con la “sua” di donna), cercando di metterla in ridicolo attraverso atteggiamenti imbarazzanti, come se il fatto di essere “un passo indietro” rispetto alla donna che si ha accanto fosse assolutamente inaccettabile (e qui, il passo indietro, escludendo l’apertura mentale, si applica alla una mera questione della propria occupazione lavorativa confrontata a quella della seconda carica dello Stato).

Un’immediata conseguenza del suo comportamento è stata quella di perdere contemporaneamente la dignità, la compagna ed il lavoro. Tuttavia, il fatto che si parli di lui in questa maniera non implica che sia l’unico “ominicchio e quaquaraquà” sulla faccia della Terra, perché di questi ne è pieno il mondo. È quaquaraquà quella persona estremamente loquace, le cui capacità non corrispondono all’effettiva affidabilità [ndr: la parola è fonosimbolica, poiché sta ad indicare e replicare lo starnazzare delle anatre].

Non solo giornalisti… giusto qualcosina poco più sopra

Un atteggiamento simile è stato adottato dal generale Roberto Vannacci, capitano dei parà. Nel suo “libro” Il Mondo al Contrario, inizia a sparare a zero su ogni minoranza di cui si può aver memoria, attraverso vessazioni, linguaggio altamente discriminatorio ed affermazioni infondate. Lui e Giambruno hanno una cosa in comune: hanno coperto per giorni le prime pagine con titoloni che li dipingevano proprio come delle persone di bassissimo profilo, perfetta definizione di “ominicchi”. In un’intervista, il generale Vannacci proverà a difendersi, usando argomentazioni che non stanno né in cielo né in terra.

Tutti sappiamo che il mondo è bello perché è vario; tuttavia, come mai il fenomeno di “ominicchi e quaquaraquà” è in crescita esponenziale? Perché non tentare quantomeno di arginarlo? È un dato di fatto che gli svilimenti e le condotte di soggetti simili possano essere matrice scatenante di violenze! Perché il mondo non può essere composto solo da “uomini veri”, quegli uomini che sanno cosa sia il rispetto per sé stessi, per il prossimo e per chiunque li circondi? Questo rimarrà un dubbio esistenziale, ancora molto a lungo.

Federica Barone 4G

You may also like...