Una vita dedicata alla volta celeste

La donna dei record: l’intervista a Samantha Cristoforetti

“Fluttuare, volare in libertà, è forse la leggerezza che mi mancherà di più. E inoltre riuscire a dare il tuo contributo, perché per quei sei mesi fai parte della grande avventura degli esseri umani nello spazio, fai parte di un team, vedi i risultati del lavoro”. Sono queste le parole dell’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che, con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 del 2014-2015, ha eseguito un viaggio di duecento giorni nello spazio, segnando il record per il lungo tempo passato fuori dall’atmosfera terrestre e per essere stata la prima donna italiana coinvolta in una missione per l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea). Lei racconta brevemente, in un’intervista fatta da Simone Valesini, le attività a cui è andata incontro, durante questo grande periodo, così come l’importanza della ricerca, motivo e obiettivo della sua partenza.

Samantha Cristoforetti: diario di una donna che punta in alto oltre le  stelle
L’astronauta italiana Samantha Cristoforetti

Infatti, Samantha dice che ha potuto condurre ricerche, avvenute nella ISS (Stazione Spaziale Internazionale), riguardo al comportamento di certi materiali in assenza di gravità o, di maggiore importanza per esperimenti futuri, riguardo alle forme di vita organica fuori dal pianeta Terra, della quale Samantha stessa si fa portatrice, in quanto veicolo di continui esami e analisi sul proprio corpo. Nell’intervista dice, inoltre, che i risultati ottenuti possono aiutare significativamente la comprensione dei meccanismi umani in confronto all’ambiente spaziale, addirittura a livello cellulare; tali risultati permetteranno viaggi di maggiore durata e distanza dalla Terra, fino a visitare pianeti, che, fino a qualche decennio fa, si pensavano irraggiungibili, come lo stesso Marte.

La “Mora della NASA”: Alyssa Carson

Alyssa Carson - Wikipedia
Alyssa Carson, o NasaBlueBerry

A questo proposito, vorrei presentare una ragazza americana: è la più giovane apprendista astronauta (attualmente ha 19 anni), perché in possesso di una certificazione ufficiale per viaggiare nello spazio. Il suo nome è Alyssa Carson e la NASA (l’Agenzia Spaziale Americana) ha in programma per lei un viaggio proprio sul pianeta rosso, la cui possibile data è l’anno 2033. Più di dieci anni separano Alyssa dalla sua missione: questo sarà un periodo di grande ricerca scientifica per gli enti spaziali, in modo tale da raggiungere quello che è il sogno, che porta l’impronta umana sul terreno marziano.

Pure “NasaBlueberry” (così come la ragazza si definisce sui social, letteralmente “Mora della NASA”) è in costante addestramento, per poter conservare e migliorare le sue caratteristiche fisiche e psicologiche, oltre che le sue conoscenze utili per affrontare la futura missione.

Due donne modello d’ispirazione per le generazioni future

Alyssa, così come Samantha, è un punto di riferimento per uomini e donne, adulti e bambini, americani o italiani che siano, per il raggiungimento, non tanto di traguardi prestigiosi come la carriera di astronauta, quanto dei propri sogni.

Lei stessa è diventata un simbolo, ha fatto numerose interviste e scritto un libro: “So You Want to Be an Astronaut” (tradotto: “Quindi vuoi diventare un Astronauta”) che ha ispirato e ispirerà i futuri apprendisti astronauti. Io stessa ho conosciuto la figura di NasaBlueberry qualche anno fa, in seguito a un articolo inoltrato dal profilo Instagram della NASA. I traguardi raggiunti da Alyssa Carson sembrano impossibili da conseguire: lei dice che non è così e che tutto è possibile, se ci sono un forte desiderio e una volontà di ferro nel dedicare una grande fetta della propria vita alla ricerca, all’addestramento e allo studio.

Il contributo per l’evoluzione dell’uomo: la ricerca

Secondo il mio parere, fare l’astronauta è paragonabile, in certi sensi, alla carriera di un medico o di un militare: se, per alcuni versi, questi si possono definire mondi del tutto diversi, essi sono accomunati da un unico filo conduttore, quello di dare sostegno e supporto alla società futura.

Foto di Marte scattata dalla NASA

Essere mandati in missione, partire per la volta celeste, lasciare la propria famiglia per trascorrere ore e ore in un ospedale, sono tutti sacrifici compiuti per contribuire, in maniera tangibile, allo sviluppo sia della società presente, che di quella futura.

L’essere umano è qui oggi solo grazie a persone come Samantha Cristoforetti, Alyssa Carson o tutte quelle persone che hanno donato il loro contributo alla ricerca.

Vi saranno nuovi astronauti, nuovi medici, nuovi scienziati, nuovi militari a cui verranno posti altri obiettivi e altre missioni, perché la brama di conoscenza non ha mai una fine: fatta una scoperta vi saranno innumerevoli domande, inizialmente inspiegabili, dietro di essa. Questo lo dicono la storia e le scoperte di scienziati e fisici come Newton, scoperte che al giorno d’oggi ci paiono così ovvie, ma che al loro tempo erano quasi scandalose.

La ricerca è in continuo sviluppo e così lo sono le persone dedicate a essa.

Alice Megna 5H

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